È questa la conclusione dell’analisi dell’audit Ue che ha esaminato le misure adottate dalla Commissione e hanno svolto visite di audit in Grecia, Francia, Italia, Portogallo e Romania
Secondo la Corte dei conti europea, la performance complessiva del fondo della Ue per la ripresa non può essere misurata in modo adeguato. È questa la conclusione dell’analisi dell’audit Ue che ha esaminato le misure adottate dalla Commissione e hanno svolto visite di audit in Grecia, Francia, Italia, Portogallo e Romania, per il periodo compreso tra l’istituzione del Recovery Fund (febbraio 2021) ed il dicembre 2022. Per la Corte «é difficile dire in che misura gli obiettivi dei fondi siano in corso di raggiungimento».
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Secondo la Corte dei conti europea, il sistema di monitoraggio del dispositivo per la ripresa e la resilienza presenta debolezze tali da non permettere una misurazione della performance complessiva. Sebbene il sistema esistente contribuisca a tener traccia dei progressi compiuti dagli stati membri verso le riforme e gli investimenti che essi hanno accettato di effettuare in cambio di finanziamenti, «non fornisce un quadro completo delle modalità con le quali i progetti finanziati contribuiscono agli obiettivi, come ad esempio rendere l’economia europea più verde e più resiliente».
«Il fondo mette a disposizione degli stati membri un ammontare di fondi senza precedenti, ma i cittadini devono sapere se gli obiettivi fondamentali del fondo sono raggiunte e in che modo vengono spesi i soldi,” ha affermato Ivana Maleti?, responsabile della relazione. «Siamo in una situazione paradossale: per il più ingente fondo della Ue che si affermava essere basato sulla performance, possiamo misurare i progressi compiuti ma non la performance stessa».
La struttura di monitoraggio della performance si basa su due componenti principali: traguardi e obiettivi, per tener traccia dei progressi compiuti dagli stati membri relativamente a riforme e investimenti, e 14 indicatori comuni predefiniti. per monitorare il grado di ottenimento degli obiettivi del fondo.
Tuttavia, la Corte ha constatato che questi due elementi di monitoraggio «non sono sufficienti per valutare la performance complessiva»: Sebbene contribuiscano a tener traccia dei progressi compiuti nella realizzazione di riforme e investimenti, i traguardi e gli obiettivi sono soltanto fasi dell’attuazione (ad esempio, approvare una legge, selezionare progetti o firmare contratti) e sono largamente incentrati su ciò che i progetti finanziano (numero di persone che frequentano corsi di formazione, metri quadri ristrutturati, numero di veicoli elettrici acquistati) anziché sulla misurazione dei risultati (ad esempio, numero di persone impiegate, risparmi sul consumo di energia, riduzione delle emissioni di CO2)».
I risultati, poi, «non vengono misurati neanche dalla grande maggioranza degli indicatori comuni; spesso, questi ultimi non forniscono informazioni sufficienti su come i progetti sul campo contribuiscano agli obiettivi generali del Recovery Fund». Ciò è dovuto al fatto che alcune riforme ed alcuni investimenti, come ad esempio grandi riforme strutturali (economiche, del mercato del lavoro e del sistema giudiziario) o investimenti in infrastrutture e nel trasporto pubblico, «non sono collegabili a alcun indicatore». In aggiunta, gli indicatori comuni riguardano solo parzialmente gli obiettivi del Fondo in quanto non vi è nessun indicatore che copra aree come lo stato di diritto, il settore finanziario o l’imposizione fiscale.
La Commissione e gli stati dispongono di sistemi, per lo più adeguati, per garantire la qualità dei dati comunicati su traguardi e obiettivi. Tuttavia, la Corte ha anche rilevato carenze e sottolinea che «permangono rischi relativi all’attendibilità dei dati, specie per quel che concerne i destinatari ultimi dei finanziamenti».
Il quadro di valutazione online utilizzato dalla Commissione, sebbene di agevole utilizzo, «è fuorviante quanto al modo in cui vengono presentati i progressi compiuti nell’ambito dei sei pilastri». Poiché la Commissione non raccoglie dati sui fondi spesi dagli stati membri, la sua rendicontazione è attualmente basata su stime.
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