
Il tasso di riferimento resta al 4,50% come settembre. Inflazione sotto controllo ma resta elevata. Approccio ancora basato sui dati
Nessuna sorpresa dalla Bce che nella riunione appena conclusa ha deciso di lasciare i tassi invariati, come la maggior parte degli analisti si attendeva. Ora il tasso di riferimento è al 4,50%, come settembre, quando l’istituto di Francoforte aveva deciso per un aumento di 25 punti base, il decismo consecutivo.
La Banca centrale ha deciso quindi oggi per la sua prima pausa del ciclo di rialzi dei tassi, iniziato a luglio 2022. Gli operatori dei mercati la aspettavano da settimane e alcuni analisti l’hanno già ribattezzata una “pausa da falco“.
L’inflazione è sotto controllo ma resta elevata. «Le nuove informazioni – si sottolinea in una nota – hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. Ci si attende tuttora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Perdurano forti pressioni internesui prezzi. Al tempo stesso, l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre e l’inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione».
La Bce continuerà a seguire un approccio basato sui dati per riportare l’inflazione al target del 2%. «L’economia della zona euro resta debole, le informazioni recenti dicono che la manifattura continua a calare, la domanda sommessa e la stretta al credito pesano sulla spesa dei consumatori, i servizi sono indeboliti ulteriormente per il contagio della debole attività dell’industria – ha detto la presidente Lagarde in conferenza stampa. – L’economia resterà debole per il resto dell’anno. Un taglio dei tassi non è stato discusso, è prematuro assolutamente anche solo discuterne, ora dobbiamo stare fermi, siamo in pausa».
Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento della politica monetaria.
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