
Il mercato del vino vale oltre 300 miliardi di dollari e, con una crescita del 23,9% all’anno nei prossimi quattro anni, si stima che toccherà i 412,9 miliardi di dollari nel 2027
L’Italia perde la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto all’anno scorso. E’ la prima volta in 7 anni. Ora il primato spetta alla Francia che vanta 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni aggiornate del Copa Cogeca, l’Organizzazione di rappresentanza degli Agricoltori e delle cooperative Europee.
Con una produzione stimata di 30,8 milioni di ettolitri, la Spagna resta il terzo produttore europeo nonostante il calo rispetto all’anno scorso (-14%) mentre in Portogallo si registra un aumento del 9% con una produzione di raccolto di poco inferiore a 10 milioni di ettolitri. In Germania la produzione stimata è stata di 8,9 milioni di ettolitri con una perdita del 2%.
Complessivamente nell’Unione Europea la produzione della vendemmia 2023 è diminuita rispetto al 2022 con un totale di poco superiore a 150 milioni di ettolitri, in calo del -5,5% rispetto alla media quinquennale. Tutto questo a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, con un inverno secco, grandinate, inondazioni e una stagione primaverile piovosa.
In base alla ricerca Il business vitivinicolo in Italia: consumi, trend e prospettive di crescita, pubblicata da Rome Business School, il mercato del vino vale oltre 300 miliardi di dollari e, con una crescita del 23,9% all’anno nei prossimi quattro anni, si stima che toccherà i 412,9 miliardi di dollari nel 2027.
Il settore vitivinicolo italiano ha sperimentato una notevole crescita nel 2022, con un aumento significativo dei ricavi nei servizi enoturistici (+67% rispetto al 2021). Solo il 17,5% delle aziende non ha offerto alcun servizio di questo tipo, ma questa percentuale sta gradualmente diminuendo. Ora il turismo enologico contribuisce a quasi al 20% del fatturato complessivo del settore.
Bisogna investire in un settore che traina parte dell’economia. «È urgente sviluppare una visione strategica a lungo termine per il settore vitivinicolo italiano nei prossimi 10 anni. Questa strategia dovrebbe abbracciare diversi modelli di produzione vitivinicola, promuovendo la sostenibilità in termini ambientali, economici e sociali, e sarà essenziale adottare misure di supporto regolamentari ed economiche mirate per sfruttare appieno le opportunità offerte dai vari territori, adattandosi alle circostanze in evoluzione e ai diversi modelli produttivi», ha detto il direttore del Centro di Ricerca dell’istituto, Valerio Mancini.
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