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Economia

Panetta a capo di Bankitalia: “colomba” ma non troppo

Giulia Guidi
29 Ottobre 2023
Panetta a capo di Bankitalia: “colomba” ma non troppo
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Non ha esitato a definire la normativa sul Patto di stabilità introdotta in Europa ‘‘una reazione rabbiosa dopo la crisi finanziaria globale”. Una linea che gli è valsa il sostegno […]

epa10839901 Member of the Executive Board of the European Central Bank Fabio Panetta speaks at a hearing on the digital euro by European Parliament Committee on Economic and Monetary Affairs in Brussels, Belgium, 04 September 2023. The President of Italian Republic Sergio Mattarella in June 2023 signed the decree to appoint Fabio Panetta as Governor of the Bank of Italy, effective from 01 November 2023.  EPA/OLIVIER HOSLET

Non ha esitato a definire la normativa sul Patto di stabilità introdotta in Europa ‘‘una reazione rabbiosa dopo la crisi finanziaria globale”. Una linea che gli è valsa il sostegno del sistema bancario italiano,

Il destino di Fabio Panetta alla poltrona di governatore della Banca d’Italia – l’undicesimo nella storia dell’istituzione – sembra a suo modo ineluttabile. Come ricorda AdnKronos, alla fine di giugno la proposta al Cdm da parte di Giorgia Meloni – dopo un voto all’unanimità da parte del Consiglio Superiore di Bankitalia – è passata senza affanni.

A testimoniare la stima anche di questo esecutivo, a quanto si era vociferato, la disponibilità di Giorgia Meloni ad assegnare a Panetta la carica di ministro dell’Economia, proposta lasciata cadere proprio in vista della successione a Visco.

Panetta nuovo governatore di Bankitalia, c’è la firma di Mattarella

D’altronde, con l’eccezione dell’esperienza nel board della Bce (utilissima anche per le future trattative nel Consiglio direttivo) la carriera di Panetta si è tutta sviluppata a Palazzo Koch dove è approdato nel 1985, tre anni dopo la laurea con lode in Economia e commercio alla Luiss di Roma seguita da un Master of Science in Monetary Economics presso la London School of Economics e da un PhD in Economics and Finance alla London Business School.

Nato nel 1959 Panetta, romano, sposato e con tre figli, ha origini ciociare: suo padre, Paolino Panetta, è stato nel dopoguerra uno storico e longevo sindaco di Pescosolido, paese in provincia di Frosinone, militando nelle file della Democrazia Cristiana. Militanza politica anche per il fratello maggiore Giovanni, che era stato eletto in parlamento nel 1996 per i Cristiani democratici uniti prima di perdere la vita a soli 43 anni nel 1999, in un incidente automobilistico vicino ad Anagni. 

Al suo arrivo in via Nazionale il giovane economista viene assegnato al Servizio Studi, una delle strutture più ‘care’ all’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi, con cui inizia a mettersi in luce, collaborando alle Considerazioni Finali. Negli anni successivi Panetta si trasferisce presso la Direzione Monetaria e Finanziaria, di cui nel 1999 diventa responsabile. Dal 2007 al 2011 è Capo del Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria e nel luglio 2011 – negli ultimi mesi del mandato di Mario Draghi – compie il ‘balzo’, diventando Direttore Centrale con il compito di coordinare le attività legate alla partecipazione della Banca d’Italia all’Eurosistema e l’analisi della stabilità finanziaria.

Fra le iniziative elaborate in questi anni da Panetta, il Rapporto sulla stabilità finanziaria, un documento diventato in breve una ‘bussola’ per tutto il sistema. Dopo l’arrivo di Visco, a ottobre 2012 Panetta viene nominato vice direttore generale della Banca d’Italia, carica che occuperà fino a maggio 2019 quando diventa direttore generale, al posto di Salvatore Rossi.

In questa veste si trova a rappresentare Bankitalia nelle istituzioni europee ed internazionali, dall’Fmi all‘Ocse, ma soprattutto ad affiancare Visco nelle sue trasferte a Francoforte, sostituendo il governatore nelle riunioni non di politica monetaria. Dopo le prime esperienze con Draghi e dopo essere stato membro del Consiglio di vigilanza del Meccanismo di vigilanza unico presso la BCE dal 2014 al 2019, Panetta consolida così un canale di contatti nell’Eurotower che si rivelerà importante nella successiva fase della sua carriera quando nel gennaio del 2020, nel riequilibro seguito alla fine del mandato Mario Draghi, all’Italia tocca un altro posto di rilievo nella Bce.

Panetta diventa così membro del Comitato Esecutivo, ovvero la cerchia di figure più vicine alla presidente Lagarde, con cui instaura negli anni successivi un rapporto stretto ma anche franco. La Lagarde ha ricordato con simpatia al Financial Times che nel 2020 mentre a casa sua si decideva in piena emergenza il varo del programma di acquisti per la pandemia il banchiere italiano – conoscendo la sua passione per i dolci – le portò una torta al cioccolato dalla celebre pasticceria Siesmayer per affrontare le tensioni del momento. Ma quando la presidente dell’Eurotower ha sostenuto la necessità di andare avanti sui rialzi dei tassi (ben 10 ritocchi consecutivi per un totale di 450 punti, un record) Panetta non ha esitato a lanciare il suo monito osservando che “il rapporto fra politiche monetarie e politiche fiscali non dovrebbe seguire regole rigide e predeterminate”.

Rialzi Bce, la “colomba” Panetta: “Risoluti ma giudiziosi”

Nella governance fiscale europea – ha spiegato a settembre –“dobbiamo incorporare le lezioni apprese” dalle ultime crisi, da quella del debito sovrano in poi, perché “garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche è come tenere in equilibrio un’altalena, con il debito da un lato e la crescita dall’altro”. Parole in cui riecheggia una antica convinzione, e cioè che nella reazione seguita alla crisi finanziaria e del debito sovrano deel 2007-2010, si sia forse ecceduto nel definire normative rigorose ma che possono bloccare il recupero dei paesi più deboli e indebitati.

In passato in audizione in commissioni Finanze di Camera e Senato non ha esitato a definire la normativa introdotta in Europa ”una reazione rabbiosa dopo la crisi finanziaria globale”. Una linea che gli è valsa il sostegno del sistema bancario italiano, da Carlo Messina in giù, rafforzando la folta schiera dei suoi estimatori. 

Ma sarebbe sbagliato definire Panetta un difensore acritico delle priorità nazionali (italiane, in questo caso): tutt’altro,spiega Adnkronos. E’ forte nei suoi interventi la convinzione che solo un lavoro comune – basato su una visione pragmatica e non ciecamente ortodossa – possa sostenere la crescita di tutta l’Europa. Nel ricevere di recente all’università di Cassino la laurea ad honorem, Panetta ha rievocato l’idea di ‘un recovery fund perpetuo’, reso necessario da emergenze come la guerra in Ucraina, o da sviluppi come la transizione ecologica: “l’idea che l’Ue possa funzionare senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione” ha chiosato.

Panetta è banchiere dal solido background accademico : ha tenuto corsi universitari su temi economico-finanziari, i suoi saggi sono apparsi sulle principali riviste scientifiche internazionali, dall’American Economic Review al Journal of Finance, ha pubblicato volumi (nel 2004 presso il Mulino è uscito “Il sistema bancario italiano negli anni novanta: gli effetti di una trasformazione”), ha vinto premi e siede in importanti board internazionali. Con il gotha di altri banchieri ed economisti europei siede nel Consiglio di amministrazione della Fondazione del Centro Internazionale di Studi Monetari e Bancari (ICMB) di Ginevra ed è membro del Consiglio direttivo dell’Einaudi Institute for Economics and Finance (EIEF).

Ma il futuro governatore di Bankitalia sa anche andare oltre l’accademia: tutti gli riconoscono la capacità di stringere rapporti personali ad ogni livello, anche nei delicati rapporti con la politica. Il suo modo di fare è sicuramente meno ‘ovattato’ rispetto a una certa tradizione di Bankitalia e gli ha permesso anche di intervenire a Superquark per parlare delle criptovalute.

Euro digitale, quanto manca? La risposta di Panetta (Bce)

Attività queste ultime sulle quali Panetta – che negli ultimi anni a Francoforte ha gettato le solide fondamenta dell’euro digitale – non ha mai risparmiato giudizi (motivatamente) sprezzanti. In un recente dibattito pubblico ha ricordato che le criptovalute “con sono emesse da nessuno, un signore la crea, trova incredibilmente qualcuno che le acquista ma non rappresentano nulla, non c’è nulla in cambio, non ci sono diritti, né dividendi: sono una grandissima bisca a livello internazionale in cui spesso si muovono criminali” e dove chi investe ha una forte possibilità di perdere soldi, nonostante i moniti delle istituzioni internazionali.

(foto ANSA)

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