Il nuovo presidente della Banca d’Italia sul blog della Bce: “Le commissioni per i pagamenti transfrontalieri sono pari in media all’1,5% del valore per le aziende e al 6,3% per le rimesse degli emigranti”
Estendere i vantaggi delle tecnologie digitali ai pagamenti transfrontalieri apporterebbe grandi benefici sia alle imprese sia alle famiglie, specialmente nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Lo afferma sul blog della Bce Fabio Panetta, che da domani erediterà da Ignazio Visco la carica di governatore della banca d’Italia.
Panetta a capo di Bankitalia: “colomba” ma non troppo
Negli ultimi decenni – spiega Panetta – a livello mondiale si è verificato un forte aumento dei pagamenti transfrontalieri, trainato dalla globalizzazione degli scambi commerciali, dei movimenti dei capitali e dei flussi migratori. Stime recenti indicano che nei prossimi anni i pagamenti transfrontalieri continuerebbero ad aumentare rapidamente, da 190mila miliardi di dollari nel 2023 a 290mila miliardi di dollari nel 2030.
«Nonostante questa crescita vertiginosa, i pagamenti internazionali rimangono molto costosi e lenti, del tutto inadeguati a soddisfare le esigenze degli utenti più vulnerabili. Se i pagamenti domestici sono sempre più istantanei e digitali, i pagamenti transfrontalieri non beneficiano ancora del potere di trasformazione delle tecnologie digitali. Le commissioni per i pagamenti transfrontalieri sono attualmente pari in media all’1,5% del valore della transazione per le aziende e al 6,3% per le rimesse degli emigranti. Inoltre, questi pagamenti possono impiegare molti giorni per raggiungere il destinatario».
È quindi necessario promuovere la cooperazione e analizzare nuove soluzioni tecniche, allineando gli obiettivi e le politiche dei diversi paesi in materia di pagamenti. «Un ruolo chiave in questo senso – conclude Panetta – è svolto dalla Roadmap for Enhancing Cross-Border Payments del G20, guidata dal Financial Stability Board, e dal Committee on Payments and Market Infrastructures della Banca dei regolamenti internazionali in collaborazione con altri partner, quali l’Innovation Hub della Bri, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale».
(foto SHUTTERSTOCK)