
Il rally delle borse europee di settimana scorsa subisce uno stop: in calo l’azionario e i titoli di Stato con conseguente lieve risalita dei rendimenti, complice l’alta tensione in Medio Oriente
Le Borse europee chiudono in ribasso ad eccezione di Londra che termina sulla parità (+0,02%). Parigi ha perso lo 0,46% a 7.015,20 punti, Francoforte lo 0,34% a 15.138,20 punti, Madrid lo 0,58% a 9.239,61 punti e Milano è terminata a -0,29%.
Sul mercato valutario il cambio tra euro e dollaro è ai massimi da metà settembre a 1,0742 (1,0736 venerdì); Euro/yen a 160,9, dollaro/yen a 149,8. Petrolio in rialzo con il Brent gennaio che tratta a 85,75 dollari al barile e il Wti dicembre a 81,55 dollari al barile. Nel week end sia Mosca sia Ryad hanno confermato la riduzione della produzione di greggio (rispettivamente di 300mila e di 1 milione di barili al giorno) fino a fine anno. Il gas naturale in Europa, infine, cede il 5,3% a 45,5 euro al megawattora. Lo spread si attesta a 190 punti base.
Il listino delle criptovalute è in crescita di un punto e mezzo: Bitcoin viaggia sula parità, mentre Xrp traina con il +10%, segue Dogecoin che sfiora il 6%.
Il rally delle borse europee di settimana scorsa subisce uno stop: in calo l’azionario e i titoli di Stato con conseguente lieve risalita dei rendimenti, complice l’alta tensione in Medio Oriente. Oltreoceano segno positivo provvisorio invece per Wall Street con il Dow Jones a +0,11%, in scia alla migliore settimana del 2023.
Nell’azionariato, bene i petroliferi spinti da Tenaris (+2,5%) che è stata la migliore del Ftse Mib dopo l’annuncio dell’avvio della prima tranche da 300 milioni di dollari del programma di buyback; ed Eni (+0,31%).
In luce Ferrari (+1,26%) in scia ai conti presentati la scorsa settimana. Positivo il settore delle banche con Intesa Sanpaolo (+0,39%), Unicredit (+0,30%) e Banco Bpm (+0,70%). Sul fronte opposto Diasorin che archivia la seduta a –3,15% e Tim che, dopo un’apertura spumeggiante, chiude a -2,89% .
Sul fronte europeo a Dublino in luce Ryanair che ha chiuso con un rialzo del 5,28%, dopo avere annunciato solidi risultati semestrali e la distribuzione di un dividendo ordinario con la definizione di una pay-out policy. Nel primo semestre dell’esercizio 2023-2024 Ryanair ha messo a segno un utile netto di 2,2 miliardi di euro, in crescita del 59% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sulla spinta del aumento del traffico e dei prezzi. L’utile per azione è aumentato del 72% a 1,91 euro. I ricavi complessivi sono saliti del 30% a 8,6 miliardi di euro. Gli introiti da voli sono aumentati del 37% a 6,1 miliardi, riflettendo da un lato l’aumento dell’11% del numero di passeggeri a 105,4 milioni e dall’altro l’incremento del 24% della tariffa media “per effetto di una domanda forte nel periodo di Pasqua e record durante la stagione estiva”.
Tonfo di PostNL che alla Borsa di Amsterdam archivia la seduta con un calo del 12,62%. La società ha annunciato che il 2023, visto il difficile andamento del terzo trimestre, è destinato a concludersi con i principali indicatori nella parte bassa della gamma previsionale. Il titolo della società olandese di spedizioni postali e di e-commerce, presente anche in Germania, Belgio, Lussemburgo e Regno Unito, accusa una flessione dell’11% a 1,58 euro, mentre l’indice Aex è attorno all’equilibrio. Il gruppo PostNL ha chiuso il terzo trimestre con ricavi per 722 milioni di euro (+2%), un Ebit normalizzato negativo per 11 milioni (conto -20 milioni), un free cash flow negativo per 26 milioni (da -49 milioni) e un utile complessivo normalizzato negativo per 4 milioni da -3 milioni. I primi nove mesi si sono conclusi con ricavi per 2,26 miliardi (+1%) e un utile complessivo di 10 milioni (-81%).
(foto SHUTTERSTOCK)