Spagna, Slovenia e Turchia hanno registrato i maggiori incrementi. La Turchia rimane il paese con l’inflazione più alta, seguita da Ungheria e Colombia
Buone notizie arrivano dal fronte economico. A settembre l’inflazione annuale nella zona Ocse è calata al 6,2% contro il 6,4% di agosto e dopo gli aumenti registrati anche a luglio. Lo riferisce in una nota la stessa organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale con sede a Parigi, precisando che tra il mese di agosto e il mese di settembre l’indice dei prezzi al consumo è calato in 27 Paesi Ocse ed è cresciuto in 8.
Gli incrementi maggiori si sono verificati in Spagna (3,5% al 2,6%), Slovenia (7,4% dal 6,2%) e in Turchia (61,5% dal 58,9%), che continua ad avere il dato peggiore dell’intera area. Un’inflazione a due cifre e’ stata registrata anche in Ungheria (12,2% dal 16,4%) e Colombia (11% dall’11,4%). Il Costa Rica resta l’unico Paese con un’inflazione negativa (-2,2% da -3,3%). L’inflazione alimentare nell’Ocse e’ rallentata per il decimo mese consecutivo, raggiungendo l’8,1% a settembre, dall’8,8% di agosto, ma continua a superare il 10% in 9 paesi Ocse. L’inflazione energetica e’ aumentata tra agosto e settembre in 22 Paesi, ma e’ rimasta negativa nell’insieme dell’Ocse a -0,5% da -1,3% in agosto.
L’inflazione alimentare nell’area Ocse ha rallentato per il decimo mese consecutivo, attestandosi all’8,1% a settembre. L’inflazione energetica, invece, ha mostrato un aumento in 22 Paesi Ocse tra agosto e settembre, pur rimanendo complessivamente negativa. L’inflazione al netto dei prodotti alimentari ed energetici, cioe’ il dato ‘core’, e’ scesa leggermente al 6,6% dal 6,8% di agosto.
Nella zona euro l’inflazione è calata al 4,3% a settembre dopo il 5,2% di agosto, mentre in Italia, sempre secondo i dati trasmessi oggi dall’organismo parigino, è calata al 5,3% a settembre contro il 5,4% del mese precedente.
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