
l listino peggiore è quello di Londra, dopo la pubblicazione del prodotto interno lordo del Regno Unito per il terzo trimestre, che ha segnato una crescita pari a zero
I dubbi sulla fine della stretta monetaria tengono in ansia le Borse europee che chiudono in “rosso” l’ultima seduta della settimana pur recuperando sul finale in scia a Wall Street.
Il listino peggiore è quello di Londra, dopo la pubblicazione del prodotto interno lordo del Regno Unito per il terzo trimestre, che ha segnato una crescita pari a zero, dopo l’aumento dello 0,2% del trimestre precedente: l’indice Ftse 100 ha perso l’1,20% a 7.359,46 punti. A seguire, Parigi -0,96% a 7.045,25 punti, Francoforte -0,78% a 15.232,15 punti, Madrid -0,35% a 9.372,42 punti. Milano infine ha ceduto mezzo punto, in attesa del verdetto Fitch.
Sul fronte dei cambi, l’euro debole a 1,0670 (da 1,0710 al closing precedente). La moneta unica vale anche 161,67 yen (161,76), mentre il cambio tra il biglietto verde e la divisa nipponica si attesta a 151,49 (151,01). In calo il gas sui 46,5 euro al MWh (-3,4%) mentre corre il petrolio: il future gennaio sul Wti scambia a 77 dollari al barile (+1,7%) e l’analoga consegna del Brent a 81,3 dollari (+1,6 per cento).
Il listino delle criptovalute è in positivo di mezzo punto percentuale, con Bitcoin a +1% ed Ethereum a +3%. Solana svetta a +11%, , mnetre Dogecoin perde 1,75%.
A chiarire come il percorso delle Banche centrali contro l’inflazione non sia ancora concluso è stato alla vigilia Jerome Powell (Fed), che ha lasciato la porta aperta a ulteriori ritocchi al costo del denaro, seguito a stretto giro da Christine Lagarde (Bce) convinta che i tassi al 4% «abbastanza a lungo» domeranno l’inflazione, spegnendo così le speranze di chi si attendeva una rapida discesa. Indicazioni che si sommano alla debolezza dei dati macro emersa in Uk e in Italia, mentre in Europa ancora non c’è un accordo sul nuovo Patto di stabilità.
Sul listino principale in controtendenza Leonardo (+4,7%) dopo conti sopra le aspettative del mercato. +1,1% Tenaris grazie alla risalita del greggio, sopra la parità i big bancari. In fondo al listino le vendite colpiscono in particolare Campari (-3,8%), DiaSorin (-4%) e Cnh (-3,3%). Giù Pirelli (-1,4%) all’indomani di una trimestrale in crescita e dello slittamento dell’aggiornamento del piano industriale.
(foto IMAGOECONOMICA)