
Sebbene il presidente Vladimir Putin continui a ripetere che la Russia ha resistito alle sanzioni, il conflitto in Ucraina, scoppiato alla fine di febbraio 2022, sta pesando molto sulle finanze e sull’economia interna
L’inflazione ha continuato ad accelerare in Russia nel mese di ottobre, con un aumento dei prezzi del 6,7% su base annua. Emerge dai dati pubblicati venerdì dall’agenzia nazionale di statistica Rosstat. I prezzi sono aumentati esattamente del 6,69% su base annua a ottobre, rispetto al 6% di settembre, proseguendo la tendenza osservata dalla primavera.
Sebbene il presidente Vladimir Putin continui a ripetere che la Russia ha resistito alle sanzioni, il conflitto in Ucraina, scoppiato alla fine di febbraio 2022, sta pesando molto sulle finanze e sull’economia interna.
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Di fronte all’accelerazione dell’inflazione, il 1° novembre Putin ha esortato il suo governo e la Banca centrale russa (BCR) a “ridurre l’inflazione” in modo “coordinato”, avvertendo che la pressione esercitata dalle sanzioni sarebbe aumentata. Il problema è che mentre la BCR si è posta l’obiettivo di contenere l’inflazione, il ministero delle Finanze vuole innanzitutto ridurre la volatilità del rublo, due azioni che richiedono leve d’azione diverse.
In realtà, molti russi, segnati dalla crisi economica del 1998 che ha inghiottito i loro risparmi, temono di vedere le loro risorse economiche e il loro potere d’acquisto ridursi ulteriormente. Negli ultimi mesi, la BCR ha già alzato più volte il tasso di riferimento (ora al 15%) per frenare l’inflazione, accompagnata dall’indebolimento del rublo, che negli ultimi giorni si è stabilizzato sotto la soglia simbolica dei “100 rubli per dollaro”. Ufficialmente, la Russia punta a un’inflazione di circa il 4%.
Ma gli osservatori non vedono buone prospettive per un rallentamento dell’aumento dei prezzi nei prossimi mesi. Il governo ha previsto che le spese per la difesa aumenteranno di quasi il 70% l’anno prossimo, raggiungendo il 6% del Pil nazionale, una spirale che potrebbe causare un’ulteriore accelerazione dell’inflazione, ha già avvertito la BCR.
Tanto più che, sotto il peso delle sanzioni e la determinazione degli europei a porre fine alla loro dipendenza energetica da Mosca, i ricavi dalla vendita di idrocarburi sono diminuiti del 26,3% tra gennaio e ottobre di quest’anno, secondo gli ultimi dati del ministero delle Finanze.
In questo contesto, la BCR ha già dichiarato di aspettarsi un rallentamento della crescita economica nella seconda metà dell’anno, anche se a fine dicembre dovrebbe attestarsi a “+3%”, dopo un complicato 2022, secondo le ultime previsioni del ministro dello Sviluppo economico, Maxim Rechetnikov, pubblicate venerdì.
(foto SHUTTERSTOCK)