La Borsa di New York ha così rimbalzato le perdite di ieri e mostrando di aver “digerito” le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Powell
Wall Street chiude in rialzo, guidata dai titoli tecnologici: il Dow Jones Industrial Average è salito dell’1,16% a 34.283,50 punti, lo S&P 500 dell’1,53% a 4,414.03 e il Nasdaq Composite del 2,05% a 13.798,11 punti.
La Borsa di New York ha così rimbalzato le perdite di ieri e mostrando di aver “digerito” le dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che ha spento le aspettative degli investitori sulla fine degli aumenti dei tassi di interesse.
Il presidente della Fed, intervenendo a un evento del Fondo Monetario Internazionale a Washington, ha suggerito che la Fed potrebbe avere più lavoro da fare per portare l’inflazione al suo obiettivo di medio termine. “La Fed è impegnata a raggiungere un orientamento di politica monetaria sufficientemente restrittivo per portare l’inflazione al 2% nel tempo“, ha detto Powell. “Non siamo fiduciosi di aver raggiunto tale orientamento. Se sarà opportuno inasprire ulteriormente la politica, non esiteremo a farlo“.
Per quanto riguarda i dati economici, l’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan per il mese di novembre si è attestato su un valore inferiore alle attese (60,4).
Listino delle criptovalute in rialzo, al +2,95%. Bitcoin raggiunge i due punti percentuali, ed Ethereum i due punti e mezzo. Solana svetta a +22% mentre Dogecoin mette a segno un +5%.
Sul fronte azionario, mentre la stagione delle trimestrali sta volgendo al termine, Plug Power è colata a picco (-40,47%) dopo che i ricavi del terzo trimestre hanno mancato le stime. Giù anche il titolo Illumina (-8,05%) dopo che la società ha ridotto le previsioni di utile per l’intero anno per il secondo trimestre consecutivo. Bene invece Microsoft (+2,49%) grazie ai programmi sull’intelligenza artificiale.
In rialzo anche Apple (+2,32%) che pagherà fino a 25 milioni di dollari per risolvere le accuse del Dipartimento di Giustizia, secondo cui il gigante tecnologico avrebbe favorito l’assunzione di lavoratori immigrati rispetto ai cittadini americani e ai titolari di carta verde legale per alcuni lavori.
(foto SHUTTERSTOCK)