Al via la Conferenza mondiale sul clima COP 28 che inizierà a fine novembre negli Emirati Arabi Uniti
Secondo i recenti dati forniti dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) sembra che la produzione attuale di combustibili fossili stia rallentando in modo strutturale. Nel suo recente World Energy Outlook ha infatti evidenziato che nel 2022 gli investimenti nel settore del petrolio e del gas si sono ridotti a circa 1.000 miliardi di dollari, mentre al contrario gli investimenti nelle tecnologie pulite hanno superato i 2.000 miliardi di dollari, con previsioni di crescita fino a 5.000 miliardi di dollari entro il 2030. Ecco perchè il direttore esecutivo Fatih Birol ha definito “inarrestabile” la transizione verde.
E’ interessante considerare la recente correzione a ribasso dei prezzi del petrolio nonostante la spinta al rialzo data dai tagli della produzione di Arabia Saudita e Russia. Il prezzo si attesta oggi a 75,5 dollari al barile (WTI) e questo calo, rispetto ai 100 dollari di qualche tempo fa, trova una sua più convincente giustificazione nella strutturale diminuzione della domanda a livello globale. Negli Stati Uniti ad esempio la domanda di prodotti petroliferi, è rallentata in misura così considerevole da raggiungere il minimo da 10 anni.
Secondo la stessa agenzia, uno dei fattori destinati ad incidere di più su questo trend sembra essere la domanda di veicoli elettrici, in grande fermento anche per la forte riduzione dei costi delle batterie elettriche.
I cambiamenti nei consumi, che vanno appunto nella direzione di un’economia sempre più green, sembrano essere di un buon auspicio per l’avvio della Conferenza mondiale sul clima COP 28 che inizierà a fine novembre negli Emirati Arabi Uniti, un meeting incentrato sull’adozione di politiche volte a ridurre le emissioni di CO2 al fine di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1.5°C. L’obiettivo principale di quest’anno sarà quello di quantificare i progressi compiuti da ciascun paese nella riduzione delle proprie emission, anche nell’ottica di adeguare le politiche per raggiungere il target di emissioni zero entro il 2050 (Net Zero).
Gli Emirati Arabi Uniti avranno la grande responsabilità di guidare il summit in un momento cruciale per le sorti del pianeta. Nella loro “missione” saranno tanto più credibili quanto più useranno il loro crescente peso politico per promuovere investimenti green e più in generale azioni concrete volte a limitare gli effetti devastanti del cambio climatico.
FOTO: SHUTTERSTOCK
DI ANDREA ZANON
25 anni di esperienza come consigliere di 15 Ministri di Finanza in Medio Oriente, come advisor per la Segretaria di Stato Americana Madeleine Albright e come esperto nelle Istituzioni Finanziarie internazionali a Washington