
Vignola, responsabile del settore energia dell’associazione consumatori, stigmatizza la decisione del governo
«Occasione persa da parte del Governo per prorogare il mercato tutelato». Lo afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, dopo che il governo ha posto la questione di fiducia sul dl Bollette alla Camera.
«Avevamo chiesto in audizione di inserire la proroga già in fase di conversione di questo decreto, così da dare certezze a operatori e soprattutto alle famiglie che hanno già ricevuto le lettere di sfratto dalla tutela per il 10 gennaio 2024. Purtroppo l’emendamento che lo proponeva è stato bocciato. Ora speriamo che il Governo lo faccia nel prossimo dl bollette, considerato che il Pnrr lo consente e l’Europa non può opporsi, sia perché l’impegno non aveva un termine preciso sia perché c’erano molti altri impegni che andavano fatti prima, aumentare la trasparenza delle bollette», conclude Vignola.
Il ritardo accumulato dal decreto Energia nelle ultime settimane sarebbe dovuto al tentativo di ottenere da Bruxelles una proroga delle scadenze per il passaggio obbligatorio dal mercato tutelato dell’energia al mercato libero. Ma le trattative sono complicate, visto che quel passaggio rientra tra gli impegni presi con l’Ue per il Pnrr.
Dl Energia, governo pone la fiducia alla Camera: domani il voto
In mancanza di novità rilevanti, quindi, restano confermate le attuali date: 10 gennaio 2024 per il gas e 1 aprile per l’energia elettrica.
Questo significa che i consumatori domestici ancora inseriti nel regime a maggior tutela – dove i prezzi li stabilisce l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) – dovranno trovare un fornitore sul mercato libero, dove i prezzi sono determinati dalle aziende in concorrenza tra loro. L’operazione riguarda circa 9 milioni di consumatori domestici per l’elettricità, e 6 milioni per il gas.
Non tutti, in realtà, perché circa 4,5 milioni di utenti “vulnerabili” avranno ancora diritto a restare nel regime tutelato. Nella fascia rientrano gli over 75, i disabili, le persone economicamente svantaggiate o che vivono in abitazioni d’emergenza a causa di calamità naturali, i pazienti affetti da gravi malattie che richiedono l’uso di apparecchi medici ad alto consumo di energia, i clienti che hanno l’utenza su un’isola minore non interconnessa.
Per tutti gli altri, occorrerà cercare il nuovo fornitore, confrontando le offerte consultabili sul portale ufficiale dell’Arera e scegliendo il contratto più vantaggioso per i propri consumi.
Fermo restando che chi non dovesse fare in tempo non correrà il rischio di restare senza energia. Per i ritardatari, infatti, non ci saranno multe né sanzioni e il passaggio sarà graduale: si potrà restare ancora con l’attuale fornitore, o un altro scelto da Arera, ma con prezzi non più del tutto tutelati. Il rischio, insomma, è di ritrovarsi a pagare bollette più alte di prima.
Il che non è un problema di poco conto, in un periodo in cui la volatilità dei prezzi dovuta alle oscillazioni sul mercato e ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente è particolarmente accentuata e imprevedibile. Al punto che anche le bollette del mercato tutelato stanno subendo rincari significativi in questi mesi. Per questo motivo le associazioni dei consumatori chiedono da tempo al governo di prorogare il passaggio al mercato libero.
L’obiettivo sarebbe di guadagnare almeno sei mesi per superare la stagione invernale. Ma a quanto pare le trattative con Bruxelles sono in salita. Il verdetto finale sarà nel decreto Energia.
(foto IMAGOECONOMICA)