
Coinvolte Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia. Unc: “ottima notizia, accolti i nostri esposti“
Oltre 15 milioni di euro. A tanto ammontano le sanzioni irrogate dall’Antitrust nei confronti di Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia per aver adottato pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, in contrasto con la protezione normativa derivante dall’articolo 3 del Decreto Aiuti bis. La norma aveva vietato aumenti in un contesto caratterizzato da gravi criticità nel settore energetico con significativi aumenti dei costi.
In particolare, Enel ed Eni, cui sono state irrogate sanzioni di 10 milioni e di 5 milioni, hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre 4 milioni di consumatori sulla base delle clausole contrattuali che consentono alle stesse società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i prezzi dell’offerta economica scelta. Eni valuta il ricorso.
Per quanto riguarda Acea e Dolomiti secondo l’Antitrust hanno aumentato i prezzi prima della scadenza del contratto e, nel caso di Acea, anche con modifiche unilaterali in violazione della norma. Per tali ragioni sono state irrogate, rispettivamente, sanzioni pari a 560 mila euro e 50 mila euro. Iberdrola, cui è stata irrogata la sanzione di 25 mila euro, da maggio a ottobre 2022 ha inviato comunicazioni con cui minacciava la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta in caso di mancata accettazione di un nuovo contratto di fornitura con condizioni economiche peggiorative. Anche Edison ha applicato l’incremento dei prezzi prima della scadenza delle tariffe prevista dal contratto ma, visto che la società ha ristorato i propri clienti e dato il numero marginale di consumatori coinvolti, la multa è di 5.000 euro.
Dal canto suo Unc plaude all’operato dell’Antitrust. «E’ una vittoria importante. L’Authority ha accolto in pieno i nostri esposti e le tesi che abbiamo sostenuto fin dall’inizio: il preavviso di 90 giorni era obbligatorio, quindi tutte le comunicazioni mandate ai consumatori a partire dal 1° maggio 2022 erano inefficaci e la variazione contrattuale, con il conseguente rincaro, illegittimo, in violazione dell’art..3 del decreto legge 9 agosto 2022, n. 115, poi convertito dalla Legge n. 142 del 21-09-2022 – afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. – Non possiamo che essere soddisfatti poi dell’importo delle sanzioni, pari in alcuni casi al massimo consentito».
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