
Italia ha due mesi di tempo per rispondere al mancato adeguamento alla direttiva Bolkenstein. L’Ue riprende Roma anche sull’assegno unico
E’ arrivata a Roma la lettera della Commissione Ue che dà ufficialmente il via alla procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il dossier delle concessioni dei Balneari per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkenstein.
«Il governo italiano ha due mesi per fornire risposte. Abbiamo inviato un parare motivato sulle concessioni balneari italiane e questo dà ora al governo italiano due mesi per fornire risposte e allora decideremo sui prossimi passi. La nostra preferenza è sempre di trovare un accordo con gli Stati membri, piuttosto che andare in giudizio. E’ un parere motivato e non pregiudica le trattative continue che avremo con le autorità italiane», afferma un portavoce di Bruxelles.
Immediata la risposta da Roma. «Siamo pronti a dare risposte immediate alla Commissione europea sul tema balneari. Stiamo già lavorando da mesi nella direzione auspicata dalla Commissione, per dare un quadro certo alle amministrazioni territoriali e agli operatori economici – ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. – Il tavolo consultivo istituito presso la Presidenza del Consiglio ha attestato sulla base dei dati disponibili – dopo gli approfondimenti del Mit – che solo il 33 per cento della risorsa è occupata, per cui non possiamo parlare di una risorsa scarsa».
La procedura di infrazione è stata aperta nel 2020 contro il governo di Roma sull’annosa questione delle concessioni demaniali marittime, che secondo la direttiva Bolkestein del 2006 devono essere messe a gara, rilasciate per una durata limitata e non possono prevedere un rinnovo automatico. L’ultimo intervento del governo in materia è stato il decreto Milleproroghe, che aveva portato al 31 dicembre 2024 la validità delle concessioni assegnate senza gara. Ora l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere all’Ue.
Ricordiamo che la direttiva Bolkestein è un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 che prende il nome da Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. L’obiettivo della direttiva è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. In pratica un venditore ambulante straniero che vuole trasferirsi temporaneamente in Italia deve avere gli stessi diritti di un venditore ambulante italiano che presta i suoi servizi a casa sua. Questo perché secondo la Commissione Europea le norme italiane in materia di concessioni balneari discriminerebbero gli operatori stranieri e limiterebbero la concorrenza transfrontaliera nel settore.
Bruxelles ha richiamato Roma anche sull’assegno unico. Lo scorso anno, infatti, l’Italia ha introdotto un nuovo assegno familiare per figli a carico di cui possono beneficiare solo le persone che risiedono da almeno due anni in Italia e solo se vivono in stessa famiglia dei loro figli. Per la Commissione la legislazione viola il diritto poiché non tratta i cittadini Ue in modo equo.
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