L’Arabia Saudita non è soltanto il secondo produttore di petrolio al mondo ma mira a diventare leader nel campo della sostenibilità
NEOM: è questo il nome della città intelligente voluta dal principe ereditario Mohammed bin Salman che dovrebbe sorgere nel 2025 nella provincia di Tabuk, in Arabia Saudita. Un progetto da 500 miliardi di euro, annunciato nel 2017, pensato all’insegna della tecnologia e del benessere, un capolavoro di ingegneria, architettura a zero impatto ambientale. Neom sarà una città completamente hi-tech senza strade, automobili ed emissioni di carbonio. L’intelligenza artificiale e la robotica saranno i “motori” che ne permettono il funzionamento. Svolgeranno infatti funzioni come sicurezza, logistica, consegna a domicilio e assistenza e la città sarà alimentata esclusivamente con energia eolica e solare.
La città è stata annunciata alla conferenza Future Investment Initiative a Riyadh, in Arabia Saudita, il 24 ottobre 2017. Il principe ereditario in quella occasione ha affermato che opererà indipendentemente dal “quadro governativo esistente” con le proprie leggi fiscali e del lavoro e un “sistema giudiziario autonomo“. Secondo i dati dell’Arabia Saudita Neom creerà circa 400.000 posti di lavoro e aggiungerà almeno 50 miliardi di dollari al Pil del Paese. A consentire il finanziamento del mega progetto ci sono Saudi Aramco (il produttore di petrolio più grande al mondo) ed il Public Investment Fund (il sfondo sovrano Saudita con un capitale da 780 miliardi di dollari).
Neom si basa su tre mega-progetti principali: la Trojena, la città sciistica che ospiterà Giochi Asiatici del 2029; Oxagon, la città industriale galleggiante più grande al mondo; The Line, un progetto urbanistico che attraverserà la città futuristica di Neom. Quest’ultimo è già in fase avanzata di realizzazione e si stima che sia pronto per ospitare i primi residenti nel 2024.
Neom non sarebbe possibile senza una forte partnership commerciale-tecnologica con leader globali. Tra questi figura anche l’Italia, a cui si deve la costruzione da due miliardi di dollari della linea ferroviaria Connector South che collegherà Oxagon con The Line. Il progetto è infatti possible grazie ad una joint venture tra la società italiana Webuild e la saudita Sajco. Insieme svilupperanno una linea ferroviaria di 75 km comprendenti 14 viadotti, 7 strade e 9 sottopassi ferroviari.
Inoltre Oxagon potrà vantare il support di altri leader di casa nostra come ENI, Rina e A2A che forniranno expertise e tecnologie per la produzione su larga scala di carburanti sostenibili, biocarburanti e l’idrogeno verde. Oxagon sarà interamente alimentata da energia rinnovabile, da mobilità autonoma, innovazione idrica e dalla produzione alimentare sostenibile.
Possiamo concludere che l’ambizione saudita non ha davvero confini e non dovremo sorprenderci se uno dei più grandi produttori di petrolio al mondo diventi, in un futuro non molto lontano, il nuovo leader della sostenibilità e delle città intelligenti.
FOTO: SHUTTERSTOCK
DI ANDREA ZANON
25 anni di esperienza come consigliere di 15 Ministri di Finanza in Medio Oriente, come advisor per la Segretaria di Stato Americana Madeleine Albright e come esperto nelle Istituzioni Finanziarie internazionali a Washington