Aumento del costo della manodopera tra gli 850 e i 900 dollari per veicolo assemblato
Vista la domanda deludente sulle vendite di veicoli elettrici e l’aumento del costo del lavoro dovuto anche ai recenti accordi con i sindacati, Ford ha deciso di ridurre i progetti per un impianto di batterie nel Michigan da 3,5 miliardi di dollari. Insomma un taglio che deriva anche dall’esigenza di limitare i costi. Purtroppo il progetto che sarà cancellato rappresentava anche un traguardo politico visto che si trattava del produttore cinese di batterie Contemporary Amperex Technology Co.
La decisione si aggiunge anche ai recenti problemi incontrati da molte case produttrici che denunciano una preferenza dei consumatori verso i veicoli elettrici a livello globale più lento del previsto. Non solo ma datesi le difficoltà tecniche e i materiali necessari per la produzione delle batterie, stanno evidenziandosi anche sfide legate alle catene di approvvigionamento e alle tecnologie delle batterie stesse.
«Abbiamo esaminato tutti i fattori. Tra questi figurano la domanda e la crescita prevista per i veicoli elettrici, i nostri piani aziendali, i nostri piani sul ciclo del prodotto, l’accessibilità economica e il business per assicurarci di poter realizzare un business sostenibile con questo stabilimento» commentano da Ford.
Mark Truby chief communications officier ha affermato che l’apertura dell’impianto è prevista per il 2026 aggiungendo che il cambiamento dei piani è una conseguenza, tra le altre cose, anche dell’aumento del costo del lavoro. Le sue parole giungono dopo i commenti del CFO di Ford, John Lawler, che aveva dichiarato che il nuovo accordo avrebbe portato ad un aumento del costo della manodopera tra gli 850 e i 900 dollari per veicolo assemblato.
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