Bce: “l’economia reale non ha ancora pienamente risentito della stretta monetaria degli ultimi mesi”
«La recessione resta uno scenario possibile di fronte al deterioramento del già debole scenario economico. I numerosi tagli alle stime e sorprese economiche negative confermano un quadro debole con consistenti rischi al ribasso». Il cupo scenario è quello prospettato dalla Bce che, nella Financial Stability Review, avverte che le prospettive della stabilità finanziaria restano fragili, con i mercati “esposti a condizioni macro avverse e agli sviluppi geopolitici“, come le tensioni in Medio Oriente “che aggiungono incertezza” non solo per le possibili conseguenze sull’energia ma per il loro potenziale di innescare l’avversione al rischio e minare la fiducia.
L’economia reale non ha ancora pienamente risentito della stretta monetaria degli ultimi mesi e l’aumento dei costi di indebitamento e di rinnovo dei debiti metterà alla prova la resilienza di famiglie, imprese e Stati. «La debolezza dell’economia assieme alle ricadute dell’alta inflazione stanno mettendo sotto pressione la capacità di consumatori, imprese e paesi di rinnovare i loro debiti – avverte il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos citato in un comunicato. – E’ cruciale che restiamo attenti mentre l’economia passa da un contesto di tassi più elevati assieme a crescenti incertezze e tensioni geopolitiche». In particolare la Bce rileva che l’effetto della stretta monetaria “è già visibile nel settore immobiliare” nell’area euro, che sta assistendo a una contrazione.
In quanto alle banche l’istituto sottolinea che stanno affrontando venti contrari da tre fonti principali. «In primo luogo, si prevede che i loro costi di finanziamento aumentino, in quanto trasferiscono gradualmente tassi di interesse più elevati ai depositanti e la composizione dei loro finanziamenti si sposta dai depositi overnight verso depositi a termine o obbligazioni più costose. In secondo luogo, ci si aspetta che la qualità degli asset bancari soffra a causa di una combinazione di maggiori costi di servizio del debito e di un ambiente macroeconomico debole. In terzo luogo, la redditività delle banche dovrà far fronte a un calo sostanziale dei volumi dei prestiti, dovuto all’aumento dei tassi e alla diminuzione della domanda e all’inasprimento degli standard di credito».
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