
A questa prima chiamata hanno risposto gestori italiani come Algebris, Anima, Eurizon, Fideuram e Mediolanum, ma anche nomi nuovi come Kairos e Azimut; tra i grandi fondi internazionali, tra quelli che dovrebbero aver preso quote rotonde ci sono Wellington, Tosca Fund e Norges
Mps si avvia alla privatizzazione dopo che il Mef ha venduto sul mercato il 25% del capitale per 920 milioni ed ha visto scendere la sua quota dal 64,23% al 39,23%. Il Tesoro perde così il controllo di diritto del Monte nel cui azionariato cresce il peso degli investitori istituzionali e dei grandi fondi, aumentando flottante, liquidità e appetibilità del titolo. A questa prima chiamata hanno risposto tra gli altri alcuni gestori italiani che avevano già sottoscritto l’aumento di capitale, come Algebris, Anima, Eurizon, Fideuram e Mediolanum, ma anche nomi nuovi come Kairos e Azimut; tra i grandi fondi internazionali ci sono Wellington, Tosca Fund e Norges. Le casse e le Fondazioni invece sono rimaste fuori dalla partita.
La vendita rappresenta anche un segnale forte all’indirizzo di Bruxelles sulla determinazione del Tesoro a rispettare l’impegno a privatizzare Siena entro la fine del 2024, termine entro il quale dovrebbe scadere la proroga concessa dall’Ue per dismettere la quota.
La banca più antica del mondo, dopo vari problemi è tornata recentemente in attivo ed ha ricevuto una promozione sul rating da parte di Fitch. La vendita non poteva avvenire che in un periodo migliore. Quanto ad ulteriori collocamenti non vengono esclusi, anche se sul se e sul quando tutto dipenderà dalle condizioni di mercato, non c’è una procedura da seguire e la linea scelta dal Mef è quella di aspettare il momento migliore per il massimo interesse pubblico.
Questa prima mossa, secondo alcuni osservatori, potrebbe aprire la stagione di privatizzazioni in casa Mef, una delle cartucce che il ministro Giancarlo Giorgetti potrebbe sparare per trovare risorse per la manovra anche se, ha più volte ricordato, su un orizzonte di tempo pluriennale e al momento giusto. Staremo a vedere.
FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI