
Aumenta su anno dello 0,8%, in frenata rispetto al +1,7% di ottobre. Aumenta nel terzo trimestre il fatturato servizi
Dati contrastanti giungono dall’inflazione in Italia. Secondo le stime preliminari dell’Istat a novembre l’indice registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento di 0,8% su base annua, da +1,7% del mese precedente. Il rialzo su base tendenziale in questa misura non si registrava dal marzo 2021, ossia prima dell’invasione ucraina.
Il calo mensile si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -36%), e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati (da +7,3% a +6,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,8%).
L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi continua a rallentare (da +4,2% a +3,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,7%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo Ipca scende dello 0,4% su mese e aumenta di 0,7% su anno.
Non festeggia Unc. «Il calo dell’inflazione annua è solo un miraggio dovuto alla matematica e al fatto che a novembre del 2023 si era raggiunto il record dell’11,8%, un rialzo da primato che non si aveva dal marzo del 1984. Insomma, è solo un effetto ottica – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Il dato invece sconcertante, è il fallimento del Trimestre anti inflazione. Il provvedimento spot del Governo è stato, come avevamo previsto, un flop, un fiasco totale, una presa in giro dei consumatori. Se a ottobre, primo mese di entrata in vigore del Protocollo, la variazione dei prezzi della divisione Prodotti alimentari e bevande analcoliche, ossia dei beni più interessati dall’iniziativa del Governo, avevano registrato perlomeno una variazione nulla su settembre 2023, ora, nel secondo mese di applicazione dei presunti sconti, addirittura salgono dello 0,7% sul mese prercedente. Una vergogna!».
Nel terzo trimestre l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi aumenta dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. Si evidenzia una crescita congiunturale nei settori delle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+1,5%), del Commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+1,2%), delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,0%) e delle Agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+0,6%). Il settore del Trasporto e magazzinaggio presenta una variazione nulla. L’unica diminuzione viene registrata per il settore dei Servizi di informazione e comunicazione (-0,5%).
L’indice generale grezzo registra, invece, un aumento, in termini tendenziali, dell’1,6%. L’aumento più consistente riguarda le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+8,5%). Incrementi si registrano anche nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,7%), nei Servizi di informazione e comunicazione (+2,5%), nelle Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+2,4%), seguiti dal Commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+1,3%). L’unica variazione negativa si registra nel settore del Trasporto e magazzinaggio (-3,2%).
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