Oltre la metà della tredicesima sarà riservata a mutui e riparazioni
Sale la tredicesima per il 2023 ma, parallelamente e soprattutto paradossalmente, aumenterà anche la fascia che sarà assorbita dagli effetti dell’inflazione. La sentenza arriva da un’analisi di Confcommercio e dal suo Ufficio Studi di Milano, Lodi, Monza e Brianza.
A confermarlo sono i numeri: al lordo dell’inflazione il peso della tredicesima arriverà a 4 miliardi e 337 milioni di euro contro i 4 miliardi e 125 milioni dello scorso anno. Considerando, però, il 6,2% di inflazione media per il 2023 e quindi, le doverose conseguenze sui consumi si registra un – 1,1% rispetto al 2022.
Vivisezionando le voci di spesa si nota che oltre la metà, per la precisione il 53%, ovvero 2.287 miliardi, sarà riservato a mutui e rette, manutenzioni e riparazioni rimandate.
Ma non manca l’otttimismo come specificato da Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza «In un’analisi di stima complessiva dei consumi dobbiamo tener conto dell’erosione causata dall’inflazione. E sono tante le spese in carico alle famiglie. Ma ugualmente riaffermiamo il nostro moderato ottimismo sui consumi del mese di dicembre, così importante per le attività commerciali».
Buone notizie, infatti, si notano sul fronte del lavoro visto che il 34% delle imprese è intenzionata ad assumere durante il periodo di Natale sia sfruttando le opzioni dei contratti a tempo indeterminato (31,5%) che di quelli a tempo determinato (30,8%). Nota dolente: il 75% delle aziende, però, non riesce a reperire personale.
Più drastica la visione di Federconsumatori che, per quanto riguarda la gratifica natalizia in arrivo per 18,9 milioni di lavoratori e 16,1 milioni di pensionati vede dissolversi in spese il 91% dell’assegno. Il motivo: aumento dei tassi di interesse, dei mutui (a cui sarà destinato il 24,60% dell’importo totale), dei costi sul fronte degli energetici e, più in generale, dell’inflazione. Secondo quanto dichiarato da Federconsumatori «appare evidente che quello alle porte rischia di essere un Natale molto freddo sul fronte dei consumi e dei regali: per questo continuiamo a sostenere che il trimestre anti inflazione non basta».
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