Guterres “Il limite di 1,5 gradi richiesto è possibile solo se smetteremo di bruciare combustibili fossili. Non ridurre”.
Meglio ridurre le emissioni che eliminare, anche se gradualmente, i combustibili fossili. Questa l’idea di Darren Woods CEO di Exxon Mobil che, in un’intervista alla CNBC ha sottolineato come i partecipanti alla Cop28 dovrebbero concentrarsi su questa ipotesi.
«Penso che ciò su cui la società dovrebbe concentrarsi sia il vero problema, ovvero le emissioni» aggiungendo che «La sfida qui è eliminare le emissioni. Il modo in cui lo faremo dipenderà da dove andrà la tecnologia, da quali sono le circostanze e da dove verranno emesse tali emissioni».
Attualmente ai tavoli del vertice si sta svolgendo un dibattito dai risvolti decisivi. L’intenzione della maggior parte dei componenti della Cop28 sarebbe quella di una “eliminazione graduale” dei combustibili fossili, frase che con ogni probabilità sarà inserita anche nella dichiarazione finale del vertice. Ma queste parole potrebbero significare due cose: eliminazione fino alla completa cancellazione oppure allontanarsi dagli attuali livelli di utilizzo senza, però, un abbandono definitivo?
In un discorso pronunciato venerdì ai leader mondiali, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres è stato inequivocabile nel suo appello a fermare completamente l’uso di combustibili fossili, al fine di prevenire gli effetti peggiori della crisi climatica. Secondo Guterres, infatti, «Il limite di 1,5 gradi richiesto è possibile solo se alla fine smetteremo di bruciare tutti i combustibili fossili. Non ridurre. Non diminuire. Eliminazione graduale – con un calendario chiaro allineato a 1,5 gradi».
Un approccio non condiviso da molti componenti. Infatti la Russia aveva dichiarato che si sarebbe opposta a questa idea mentre gli Emirati Arabi Uniti, che ospitano la COP28, hanno addirittura creato un caso diplomatico con le parole di Sultan Al Jaber, presidente della delegazione organizzatrice dell’evento. Stando alle sue dichiarazioni eliminare i combustibili fossili sarebbe “un ritorno al tempo delle caverne“. «Nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili é necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali. A meno che – ha proseguito – qualcuno non voglia riportare il mondo indietro all’era delle caverne». Affermazioni che hanno scatenato l’ira del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Ma a Dubai è in corso anche un altro dibattito, quello sull’opportunità di un accordo incentrato sui combustibili fossili “abbattuti”, che sono intrappolati e immagazzinati con tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (Carbon capture and Storage, Ccs) o sui combustibili fossili “non abbattuti” (unabated fossil fuels) ovvero quei combustibili fossili le cui emissioni di gas serra CO2 non sono abbattute attraverso l’uso di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. Il delta discriminante? La potenziale sostenibilità economica di questi mezzi non sempre possibile.
Partendo da queste divergenze, secondo il numero uno di Exxon «non esiste una soluzione valida per tutti. In realtà penso che parte di ciò che ci ha rallentato sia questa volontà di fare un cambiamento radicale e uscire dal nostro sistema energetico esistente iniziando qualcosa di completamente nuovo. Sarà un processo lungo e costoso, molto, molto costoso».
«Invece, ciò a cui dovremmo pensare è come arrivare alla meta partendo da dove siamo oggi, verso un futuro con minori emissioni, e ciò comporta cambiamenti radicali in alcune aree. Certamente coinvolge l’energia eolica, solare e i veicoli elettrici, ma implica anche la decarbonizzazione di ciò che abbiamo attualmente».
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