Preoccupa anche la frammentazione dell’economia mondiale
Secondo quanto dichiarato dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva «Non stiamo vivendo uno shock drammatico». Tra le altre cose, a preoccupare «è la bassa crescita sul medio termine, siamo al 3% di crescita globale quest’anno e restiamo attorno a questo 3%anno dopo anno: E non va bene perché se si guarda a prima della pandemia la crescita globale era al 3,8%: perdere quasi un intero punto di crescita è piuttosto grave».
Le dichiarazioni arrivano a margine del Council on Foreign Relations, e sottolineano i timori del FMI sull’allargamento del margine tra i vari paesi, in particolare per quanto riguarda la ripresa post Covid, ripresa che è riuscita ad essere recuperata in pieno solo dagli USA.
Sotto i riflettori anche la frammentazione dell’economia sullo sfondo di un generale indebolimento della globalizzazione. «La frammentazione nell’economia è reale e concreta e quando il commercio non cresce ci sono ricadute. Troppe le restrizioni al commercio «abbiamo effettivamente gravi problemi di debito pubblico – ha aggiunto –, ma coinvolgono un numero di paesi al momento relativamente piccolo, che stanno lavorando alla ristrutturazione».
Non è la prima volta che la Georgieva sottolinea questi timori. Recentemente, infatti, il numero uno del FMI ha puntato il dito contro il rallentamento della crescita globale le cui conseguenze più forti potrebbero essere pagate dall’Europa. In una recente intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che «A differenza degli Stati Uniti, che hanno recuperato il trend pre-pandemia, l’Eurozona è ancora del 2% sotto al trend pre-pandemia». Secondo le sue dichiarazioni le ragioni alla base di questo sarebbero fondamentalmente due: la guerra in Ucraina che ha colpito l’economia europea in modo più grave, in particolare sul fronte energetico, ed il problema demografico che investe in primo luogo il settore lavorativo.
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