
Meloni contro la sinistra ed i sindacati: “Cgil e Uil in piazza e poi accettano Ccl a 5 euro all’ora”
E’ arrivato il via libera dalla Camera alla proposta di legge sul salario minimo. Dopo gli scontri avvenuti ieri in Parlamento è appena arrivato l’ok al testo non presentato mesi fa dalle opposizioni ma a quello modificato dalla maggioranza dove è scomparso il riferimento a una retribuzione di 9 euro all’ora (lordi) ed è invece è comparsa una delega al governo per un’equa retribuzione.
Il provvedimento è passato con 153 voti a favore e 118 contrari (tre gli astenuti). Ora la palla passa al Senato. «Vergogna, vergogna», hanno urlato oggi in coro dopo l’ok. «È un giorno triste per la Repubblica. Oggi che accartocciate con una mano la proposta di salario minimo delle opposizioni e con l’altro date un manrovescio a milioni di lavoratori poveri. Vorremmo sapere perché Meloni ce l’ha così tanto con i poveri. Voi all’ascensore sociale state tagliando i fili perché chi è povero resti povero», ha detto la leader dem Elly Schlein durante le dichiarazioni di voto.
«Il progetto di un salario minimo legale indifferenziato è affondato, battuto in Parlamento a favore di un’impostazione che mette al centro il rafforzamento della contrattazione collettiva e il trattamento economico dei contratti maggiormente diffusi e applicati. E che impone ai datori di stampare il codice del contratto di riferimento sulla busta paga». Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra.
Ma a rispondere alle critiche è stata stamani anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che sul salario minimo ha ribadito quello che dice ormai da mesi e cioè che il rischio è che si abbassino anche i salari che invece sono adeguati per effetto dei contratti collettivi. Sul piano politico la premier, però, attacca sia i partiti del centrosinistra sia i sindacati. «Capisco l’opposizione, la bagarre – dice a Rtl 102.5 – ma un po’ sorrido perché obiettivamente oggi M5s e Pd dicono che il salario minimo è l’unica vera cosa che va fatta in Italia e in 10 anni che sono stati al governo non gli è mai venuto in mente di farla».
Meloni poi si è detta poi stupita della posizione “di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo e quando vanno a trattare i contratti collettivi accettano contratti con poco più di cinque euro all’ora. come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata“. La premier è lapidaria: «Bisognerebbe essere un po’ coerenti».
FOTO: ANSA