
PensionDanmark, uno dei maggiori fondi pensione danesi, ha deciso di vendere le sue partecipazioni in Tesla a causa del rifiuto della società automobilistica statunitense di stipulare accordi con i sindacati nordici
PensionDanmark, uno dei maggiori fondi pensione danesi, ha dichiarato di aver deciso di vendere le sue partecipazioni in Tesla a causa del rifiuto della società automobilistica statunitense di stipulare accordi con i sindacati. «Alla luce del conflitto che si sta estendendo alla Danimarca e del recente rifiuto categorico di Tesla di stipulare un accordo sindacale in qualsiasi paese, siamo giunti alla conclusione che noi come investitori al momento difficilmente possiamo influenzare l’azienda. Ecco perché ora stiamo inserendo Tesla nella nostra lista di esclusione», si legge in una dichiarazione inviata via email.
PensionDanmark, che gestisce le pensioni di 823.000 danesi, ha 317,3 miliardi di corone danesi (45,81 miliardi di dollari) in gestione patrimoniale. Il fondo non ha detto quanto sono grandi le sue partecipazioni in Tesla.
La decisione fa parte di un crescente movimento nordico volto a costringere la casa automobilistica a firmare accordi di contrattazione collettiva con i meccanici svedesi , che sono in sciopero da ottobre. I sindacati in Norvegia e Danimarca questa settimana hanno dichiarato che inizieranno a bloccare le spedizioni in transito di auto Tesla destinate al mercato svedese se la situazione non si sblocca.
I sindacati chiedono all’azienda di aderire al contratto collettivo recependone norme e diritti. In Svezia lo sciopero dura ormai da 6 settimane e la mobilitazione sta ricevendo il sostegno di numerose altre categorie, dagli elettrici, ai portuali, sino ai dipendenti del sistema postale. Ed ora ad allungare la mano sono i anche i lavoratori di altri Stati che minacciano di bloccare le consegne di auto in tutta la regione scandinava se Musk non scende ad accordi. Tesla non vuole accettare la contrattazione collettiva e afferma che i suoi dipendenti hanno condizioni altrettanto buone o migliori di quelle richieste dal sindacato svedese.
La Svezia è il quinto mercato europeo per Tesla e la firma di qualsiasi accordo con i sindacati svedesi costituirebbe un precedente per l’azienda. Ma visto che Musk definisce “folle” l’azione dei sindacati le premesse non sono delle migliori.
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