
I legislatori e i governi dell’Unione europea hanno concordato i termini provvisori per la regolamentazione dei sistemi di intelligenza artificiale (AI) come ChatGPT. Tra i punti da limare l’uso della biometria negli ambiti legati alla sicurezza e agli impieghi militare
Niente da fare. Dopo quasi 24 ore di ngeoziati l’Europa non è ancora riuscita a partorire l’AI Act, la prima regolamentazione internazionale sull’intelligenza artificiale. I legislatori e i governi dell’Unione europea hanno concordato i termini provvisori per la regolamentazione dei sistemi di intelligenza artificiale (AI) come ChatGPT di OpenAi ed i suoi concorrenti, facendo un passo avanti verso la definizione di regole fondamentali che disciplinino la tecnologia. Tra i punti invece da limare l’uso della biometria negli ambiti legati alla sicurezza e agli impieghi militare.
La discussione tra i governi e i legislatori dell’UE era iniziata ieri alle 14. Stamattina era prevista una conferenza stampa con i relatori del provvedimento, l’italiano Brando Benifei e il romeno Dragos Tudorache, ma l’appuntamento è stato cancellato per il protrarsi del trilogo, termine del gergo dell’euroburocrazia che indica i colloqui trilaterali tra Commissione europea, Consiglio europeo ed Europarlamento. Ora il nuovo round di negoziati è previsto per domani.
È del 21 aprile del 2021 la proposta di un quadro normativo sull’intelligenza artificiale presentata dalla Commissione Europea per lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia sul suolo dell’Ue. Si tratta della prima iniziativa legislativa al mondo per definire un approccio normativo sui sistemi di AI. L’obiettivo è quello di garantire uno sviluppo umano-centrico ed etico dell’intelligenza artificiale in Europa, fissando nuove regole di trasparenza e gestione del rischio.
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