
L’autorità di vigilanza sulla concorrenza del Regno Unito ha avviato una prima verifica sull’ingente investimento di Microsoft in OpenAI, creatore di ChatGPT
OpenAI finisce sotto i riflettori dell’autorità di vigilanza sulla concorrenza del Regno Unito che ha avviato una prima verifica sull’ingente investimento di Microsoft nel creatore di ChatGPT. In un comunicato diffuso oggi la Competition and Markets Authority ha dichiarato che sta cercando di ottenere pareri dalle parti interessate per stabilire se l’investimento di 10 miliardi di dollari di Microsoft in OpenAI abbia portato a una “situazione di fusione rilevante”, in cui due o più aziende hanno cessato o cesseranno di essere distinte a seguito di una transazione. In pratica esaminerà se la partnership ha comportato un’acquisizione di controllo, in altre parole, una situazione in cui una società ha un’influenza materiale, un controllo di fatto o più del 50% dei diritti di voto su un’altra entità. «L’invito a commentare è la prima parte del processo di raccolta delle informazioni della CMA e arriva prima dell’avvio di qualsiasi indagine di fase 1, che avverrebbe solo una volta che la CMA avrà ricevuto le informazioni di cui ha bisogno dalle parti della partnership», ha riferito Sorcha O’Carroll, direttore senior per le fusioni presso la CMA.
Pronta la risposta di Microsoft. «Dal 2019, abbiamo stretto una partnership con OpenAI che ha promosso una maggiore innovazione e concorrenza nell’intelligenza artificiale, preservando al contempo l’indipendenza per entrambe le società – si legge. – L’unica cosa che è cambiata è che Microsoft ora avrà un osservatore senza diritto di voto nel consiglio di amministrazione di OpenAI, il che è molto diverso da un’acquisizione come l’acquisto di DeepMind da parte di Google nel Regno Unito. Lavoreremo a stretto contatto con la CMA per fornire tutte le informazioni di cui ha bisogno».
Separatamente la CMA sta esaminando il settore dell’intelligenza artificiale per valutare quali rischi e opportunità presentano i modelli di base e quali principi devono essere applicati alla tecnologia per prevenire violazioni della concorrenza e della protezione dei consumatori.
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