Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, ci fornisce una serie di consigli utili su questa importante transizione che coinvolge 15 milioni di utenze
L’Unione nazionale consumatori chiede a gran voce una proroga del mercato tutelato di luce e gas. Secondo i suoi calcoli il prezzo medio del mercato libero dell’energia elettrica per la famiglia tipo risulta essere pari a 44,33 centesimi di euro per KW/h contro i 28,29 centesimi del mercato di maggior tutela, ossia chi è nel libero paga attualmente il 56,7% in più. Tradotto in soldoni, spiega l’associazione, la famiglia tipo che consuma 2700 KW/h all’anno e ha una potenza impegnata pari a 3 KW paga nel mercato libero la bellezza di 433 euro in più su base annua rispetto a chi è nella maggior tutela. Ma, nonostante gli appelli contro quella che l’Unc definisce “una tassa Meloni“, da parte di Palazzo Chigi è tramontata definitivamente l’ipotesi di una ulteriore proroga del mercato tutelato dell’energia.
E allora con la fine del mercato tutelato come scegliere tra le molte offerte possibili? Come difendersi da pratiche commerciali aggressive? Abbiamo chiesto questo e molto altro a Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
Vignola come giudica lei il Decreto energia varato a fine novembre dal Consiglio dei ministri?
«Il decreto non è stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, quindi, considerate le innumerevoli e spesso contradditorie bozze ricevute, attendiamo il testo ufficiale prima di esprimere un giudizio compiuto e complessivo. In ogni caso esprimiamo il nostro più vivo disappunto per l’unico punto sicuro emerso, ossia la mancata proroga del mercato tutelato di luce e gas per i clienti domestici non vulnerabili. Per quanto riguarda, invece, i clienti vulnerabili dobbiamo aspettare quali saranno effettivamente le novità introdotte visto che, già nella vecchia formulazione della fine tutela, per questa categoria era comunque già prevista la possibilità di avere accesso a condizioni definite e regolate da ARERA, quindi, di fatto, ad un “Servizio di Tutela per la Vulnerabilità”».
Chi trarrà più beneficio dalla mancata proroga del mercato tutelato? Chi saranno quelli più in difficoltà?
«Il maggiore beneficio sarà sicuramente per i venditori di luce e gas che potranno accaparrarsi tutti i clienti che attualmente sono nel mercato tutelato, ossia per il gas il 30,1% dei clienti domestici, pari a oltre 6 mln e 148 mila, e per la luce il 28,94% dei clienti domestici, ossia oltre 8 mln e 730 mila. Questi saranno costretti a scegliere un fornitore del mercato libero, o comunque vedersi attivate le offerte PLACET nel gas o il Servizio a Tutele Graduali per le utenze elettriche. E questo passaggio avverrà in un momento di prezzi ancora troppo instabili e in assenza, ad oggi, di una vera campagna informativa di massa, necessaria a trasferire un minimo di consapevolezza su un settore di cui i consumatori sono estremamente poco consapevoli e, quindi, molto vulnerabili a pratiche commerciali aggressive, fuorvianti e scorrette».
15 milioni di utenze dovranno essere indirizzate verso il mercato libero. Cosa significa questa transizione? Mi spiega bene la differenza tra i due mercati? Come scegliere l’operatore “migliore”?
«Il Mercato tutelato è quello in cui i prezzi e le condizioni contrattuali sono fissate da Arera, ossia l’Autorità pubblica di luce e gas. Arera ogni 3 mesi per la luce e ogni mese per il gas aggiorna il prezzo di riferimento, mentre nel mercato libero è il fornitore a fissare sia i prezzi che le condizioni contrattuali. Prima di cercare l’operatore migliore è necessario conoscere i propri consumi e quanto si sta pagando la luce e il gas, in particolare: se il contratto è a prezzo fisso o indicizzato, quanto stiamo pagando di quota di commercializzazione fissa mensile, se stiamo pagando altre voci oltre alle due precedenti e diverse da quelle così dette “passanti” che pagheremmo sia in Tutela che nel Libero, con qualsiasi fornitore e qualsiasi contratto (Distribuzione, Oneri di sistema, Tasse) . E’ fondamentale imparare a leggere le bollette dove, nelle pagine interne, si trovano i consumi annui e tutte le informazioni tecniche necessarie ad un confronto vero tra le offerte. E’ utile poi usare il Portale offerte di Arera, dove, inserendo i consumi annui e il Cap della città in cui si abita, è possibile confrontare tutte le offerte disponibili del territorio, ordinandole rispetto alla spesa annua. Quando si individua l’offerta “migliore” il dettaglio dell’offerta si può conservare sul computer. A quel punto è possibile contattare l’azienda e chiedere, per l’offerta trovata (verificando che il nome e il codice dell’offerta corrisponda), di inviarvi le condizioni contrattuali, in particolare le Condizioni generali di fornitura (CGF) e le Condizioni tecnico economiche (CTE) con la Scheda di confrontabilità della spesa stabilita da Arera per tutti i venditori. Solo se tutto ci convince a quel punto è consigliabile sottoscrivere l’offerta. Bisogna però fare attenzione ad un altro importante aspetto: il prezzo non è l’unico elemento da verificare, molto di più conta l’affidabilità dell’azienda che si sceglie, diffidare quindi da facili risparmi!».
Recentemente l’Antitrust ha multato 6 società energetiche per pratiche commerciali aggressive. Come difendersi?
«I clienti di quelle 6 società, sia della luce che del gas, se rientrano nelle casistiche condannate dall’Antitrust, ossia se nel periodo tra il 1° maggio 2022 e il 30 giugno 2023 hanno subìto quelle pratiche commerciali ritenute scorrette, devono inoltrare formale reclamo alle società chiedendo la restituzione di quanto da loro indebitamente percepito. Devono cioè chiedere il ricalcolo delle bollette secondo le vecchie condizioni economiche, da quando è scattata la modifica unilaterale che ha aumentato i prezzi di luce e gas ritenuti scorretti dall’Antitrust fino al 30 giugno 2023. Sul nostro sito www.consumatori.it si possono trovare le istruzioni e il modellino per farlo».
Un’ultima domanda…si parla spesso di abolire l’ora legale. Quali sarebbero gli impatti sulle bollette?
«Noi siamo favorevoli ad abolire l’ora solare, non quella legale. Si avrebbe il vantaggio di avere soprattutto in estate più ore di luce e si eviterebbe il costo e il fastidio del continuo cambio di orario. Da dati di Terna, la società pubblica che gestisce la rete elettrica nazionale, l’ora legale ha permesso di risparmiare nel 2020, ad esempio, quasi 400 milioni di kWh di energia, una quantità pari al consumo medio annuo di elettricità di quasi 150 mila famiglie. Considerando, inoltre, i benefici ambientali si sono immesse in meno in atmosfera circa 250 mila tonnellate di CO2».
Insomma, dal 2024, il 10 gennaio per il gas e il 1 aprile per l’elettricità, si chiuderà l’era in cui le tariffe dell’energia per i clienti di piccole dimensioni sono stabilite da Arera. Vignola ci ha fornito alcuni consigli utili su come muoversi per una scelta consapevole in un maremagnum di offerte e trappole da evitare.
FOTO: IMAGOECONOMICA