
I giganti del Web in Italia hanno versato al fisco 162 milioni
Nel 2022 il giro d’affari aggregato delle 25 maggiori Big del web ha toccato quota 1.792 miliardi d euro, pari al 90% del Pil italiano. In uno scenario dominato da lungo tempo dagli Stati Uniti e dalla Cina, quasi tutti i ricavi sono stati prodotti in questi due Paesi: il 70% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 26% da quelli cinesi e solo il 4% dai gruppi di altre nazioni. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca dell’ufficio studi di Mediobanca secondo cui il 2022 è stato un anno anomalo per i giganti del WebSoft: hanno registrato la più bassa crescita dei ricavi nell’ultimo quadriennio, solo un +9,6%, ben al di sotto dei tassi di crescita a doppia cifra dei periodi precedenti (+20,9% nel 2020 sul 2019 e +24% nel 2021 su 2020).
I primi tre player, Amazon, Alphabet e Microsoft, rappresentano oltre la metà dei ricavi aggregati, con Amazon (481,9 miliardi, di cui il 46,5% generato dal retail), in prima posizione dal 2014, che ne concentra da sola oltre un quarto.
A fine 2022 la forza lavoro delle WebSoft contava quasi quattro milioni di persone in tutto il mondo, in aumento di un milione e mezzo di unità sul 2019, di cui +743 mila assunti dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 1.541mila a fine 2022.
Nel 2022 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano 162 milioni, per un tax rate effettivo del 28,3%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tax rate salirebbe al 36%. L’aliquota media risulta pari al 15,1% nel 2022, inferiore a quella teorica del 21,9%, media calcolata in base al Paese in cui le multinazionali del Web hanno sede.
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