
In rialzo dell’1,1% le previsioni per i due anni 2025 e 2026. Continua il calo dell’inflazione, sotto 2% dal 2024
Bankitalia taglie le stime sulla crescita del Pil in Italia per il prossimo anno. L’economia dovrebbe aumentare dello 0,7 per cento nel 2023, dello 0,6 nel 2024 e dell’1,1 nel 2025 e nel 2026. Rispetto alle proiezioni pubblicate in ottobre, la crescita del Pil è rivista al ribasso nel 2024, contro la precedente stima di +0,8%, in seguito dei “segnali di una più prolungata debolezza congiunturale“. Nel 2025 e nel 2026, “per effetto delle ipotesi desunte dai mercati finanziari di tassi di interesse lievemente più contenuti“, l’economia salirebbe dell’1,1%. È quanto si legge nella Nota di aggiornamento delle proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel quadriennio 2023-26.
La guerra in Ucraina così come quella in Medio Oriente non causeranno particolari tensioni sui mercati delle materie prime e su quelli finanziari internazionali. Anzi, i prezzi subiranno una lieve flessione e l’export tornerà ad espandersi nel prossimo triennio, di circa il 3%. Mentre sul fronte macroeconomico il forte rialzo dei tassi d’interesse continuerà a farsi sentire sulle condizioni monetarie e creditizie per imprese e famiglie.
«Lo scenario – avverte Bankitalia – è circondato da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficolta’ dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali. Il prodotto potrebbe inoltre essere frenato da un piu’ forte peggioramento delle condizioni di finanziamento, anche in connessione con una maggiore rischiosita’ dei prenditori. Il quadro macroeconomico, prosegue il documento, “risente dell’irrigidimento delle condizioni monetarie e creditizie per imprese e famiglie conseguente al forte rialzo dei tassi di interesse di politica monetaria. Lo scenario incorpora gli effetti della manovra di bilancio per il 2024-26 e l’utilizzo dei fondi europei nell’ambito del programma Next Generation Eu, sulla base delle informazioni piu’ aggiornate relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza».
Prosegue la frenata dell’inflazione, destinata a scendere sotto il 2% già nel 2024 e a mantenersi sotto tale soglia per tutto il prossimo triennio. In particolare, la crescita dei prezzi al consumo, dopo aver segnato un 6% nella media di quest’anno, si attesterebbe all’1,9% il prossimo (contro il +2,4% previsto a ottobre), all’1,8% nel 2025 (contro il +1,9%) e rallenterebbe ancora all’1,7% nel 2026. Il taglio, spiega Palazzo Koch, è giustificato da “una piu’ rapida discesa dei corsi energetici e un piu’ forte rallentamento della componente di fondo evidenziato dagli ultimi dati“.
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