
De Guindos ha riconosciuto un “netto calo” nella crescita dei prezzi al consumo, ma ha anche sottolineato la pressione derivante dai costi dei salari e dai margini di profitto
«Una volta che vedremo l’inflazione convergere in modo stabile verso il nostro obiettivo del 2%, la politica monetaria potrebbe iniziare ad allentarsi ma è troppo presto ancora per parlarne». Le parole arrivano da Luis de Guindos, vicepresidente della Bce.
De Guindos ha riconosciuto un “netto calo” nella crescita dei prezzi al consumo per novembre ma ha anche sottolineato la pressione derivante dai costi dei salari e dai margini di profitto. «Analizzeremo l’evoluzione dei costi salariali e dei margini di profitto, poiché entrambi i fattori potrebbero ritardare il ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo del 2%. Stiamo monitorando attentamente la situazione», ha aggiunto.
Tra l’altro l’inflazione, secondo le previsioni, dovrebbe risalire a dicembre, a causa degli effetti dell’anno precedente che alimentano l’indice di riferimento.
Quindi, la parola d’ordine per i banchieri ora è pazienza: guardare i dati macro in arrivo e decidere la poltica monetaria migliore di volta in volta senza fare troppe previsioni a lungo termine.
Ricordiamo che esattamente una settimana fa la Bce, nella sua ultima riunione di politica monetaria del 2023, ha lasciato come da attese i tassi fermi per la seconda volta consecutiva. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
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