
A scattare la fotografia dei consumi alcolici degli italiani è Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale horeca
Tra fenomeni consolidati e passioni emergenti, con quali birre, vini e spirits brinderanno gli italiani fuori casa durante le Feste 2023? A rispondere, come ogni anno, è Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale horeca.
Birra: agli italiani piacciono le chiare – leader incontrastate quando si parla di quota di mercato nel fuoricasa – ma bevono sempre più spesso birre speciali, gustate da sole o, soprattutto in questo periodo, in accompagnamento i ricchi piatti invernali. Crescono in particolare le quote dei brand della tradizione italiana, Birra Moretti in primis, e delle Lager Plus (come Ichnusa Non Filtrata, Ichnusa Ambra Limpida e Birra Messina Cristalli di Sale), mentre nel mondo delle speciali si consolida la richiesta di Ipa (India pale ale) e Apa (American pale ale), soprattutto alla spina.
Se infatti i consumi di birre in bottiglia e lattina vedono una lieve contrazione, è il fusto, tornato a crescere lo scorso anno dopo mesi di lockdown, a registrare le migliori performance, confermando che fuori casa gli italiani ricercano qualità ed esperienze gustative superiori.
Brindisi senza pensieri, infine, con le birre alcol-free, come Heineken 0.0 o Birra Moretti Zero, che, sebbene rappresentino un mondo ancora piccolo e in via di sviluppo in Italia, promette evoluzioni interessanti nel prossimo futuro, soprattutto nella fascia più giovane dei consumatori che si rivela particolarmente attenta a bere in modo responsabile.
Vino: dopo un 2022 a tutto sparkling, le Feste 2023 saranno all’insegna della riscoperta dei grandi vini fermi made in Italy, con una particolare attenzione per l’elevato rapporto qualità-prezzo e per la regionalità. Lo champagne si lascia alle spalle le straordinarie performance dello scorso anno e continua a vivere una fase calante iniziata già nel periodo estivo, complice una minor disponibilità di spesa dei consumatori. E, mentre gli spumanti di qualità – metodo classico in primis – si mantengono stabili, cresce la richiesta di vini fermi.
Annata da dimenticare per vino, frutta e tutta l’agricoltura italiana
Tra i rossi è attesa un’ottima performance delle grandi denominazioni, come Barolo, Barbaresco, Brunello, Chianti, che quest’anno hanno ricevuto una pioggia di riconoscimenti dalla critica nazionale e mondiale e che proseguono così il trend positivo in atto da ormai due anni. Accelera anche l’ascesa dei vini bianchi sulla scia dei nuovi stili di vinificazione capaci di incontrare il gusto più moderno: una rivoluzione stilistica che interessa in particolare il Sud Italia, ma che abbraccia anche Friuli e Alto Adige.
Spirits: dopo l’exploit post-pandemia, il mercato degli spirits vede ora una fase di assestamento, ma non certo priva di vivacità. Se le referenze standard perdono terreno, quelle premium non conoscono crisi: in particolare, è la miscelazione di qualità che attira sempre più consumatori e cresce il numero di locali che si sono dotati di un’offerta di drink che va dall’aperitivo al dopocena. Guardando ai prodotti, il Gin Premium continua a detenere lo scettro di re della categoria, primo distillato a volume e a valore, mentre gli spirits a base Agave (Tequila, Mescale), superate le difficoltà di reperibilità di prodotto, si confermano una sua apprezzata alternativa nel mondo dei White Spirits.
Chi ha inventato il gin tonic? E quando è nato il gin? E quanto vende?
Prosegue poi la passione per il momento aperitivo, con la riscoperta dei grandi classici italiani – come Negroni, Americano e Milano-Torino -, che sostiene le crescenti richieste di Vermouth Premium e di Bitter, con una domanda guidata dal brand ma anche, e soprattutto, dalla qualità degli ingredienti e dalla loro territorialità. Da segnalare, infine, un interessante ritorno del Whisky in miscelazione, in particolare Bourbon e Irish, sempre di elevata qualità, perfetto per la stagione fredda.
«Le dinamiche inflattive dei mesi passati hanno inevitabilmente condizionato i consumi fuoricasa degli italiani, che hanno scelto di consumare meno, ma non di rinunciare alla qualità. Un trend a cui i gestori dei locali italiani hanno risposto ampliando ed elevando l’offerta beverage su più momenti di consumo. Ci aspettiamo quindi che sarà ancora una volta la preferenza per prodotti d’eccellenza a caratterizzare i brindisi di fine anno in tutte le categorie e dagli aperitivi agli after dinner, in attesa di un 2024 in cui il raffreddamento dell’inflazione permetterà una graduale ripresa dei consumi, sempre nel segno di una cultura del buon bere che siamo felici di vedere essere sempre più radicata» ha commentato Massimo Reggiani, amministratore delegato di Partesa.
(foto SHUTTERSTOCK)