Resta la differenza tra nord e sud e tra regione e regione
Una delle colonne del sistema economico italiano è il settore agroalimentare che con i suoi 621 miliardi di euro circa rappresenta qualcosa come il 15% del fatturato globale dell’economia nazionale
Si tratta, però, di una situazione che non è omogenea per l’intero territorio nazionale. Ad esempio Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto apportano il 42% del valore totale mentre Campania, Lazio e Piemonte riescono a contribuire con un 22%. Ma è anche l’industria alimentare a vedere notevoli incongruenze. Al nord, infatti, appare più ampia mentre agricoltura e sistema distributivo sono preponderanti al sud.
A decretarlo è l’Annuario dell’Agricoltura italiana 2022 che sottolinea anche il record degli scambi con l’estero che hanno raggiunto i 63 miliardi di euro nel 2022. Un aumento di valore, dettato anche dall’aumento dei prezzi, a cui corrisponde, anche se in misura meno rilevante, anche il volume. Secondo quanto dichiarato dal Commissario Straordinario del CREA Mario Pezzotti
«Conoscere, comprendere ed interpretare, attraverso la ricerca, i processi evolutivi in agricoltura è indispensabile per supportare la sostenibilità e la competitività non solo del nostro agroalimentare, ma dell’intero Sistema Paese. E, in questo senso, l’Annuario del CREA che presentiamo oggi ne è senz’altro la sua migliore rappresentazione».
Ed anche in questo caso le differenze regionali sono determinanti. Il nord copre oltre il 70% del totale nazionale dei flussi sia in entrata che in uscita mentre l’area meridionale arriva al 16 sule importazioni con un 18,6% dei prodotti agro-alimentari sull’export.
FOTO: SHUTTERSTOCK