
La nota dell’Unc
Secondo quanto pubblicato dall’Authority per il mercato tutelato nell’ultimo aggiornamento prima del passaggio obbligatorio al mercato libero le bollette del gas registrano un sensibile calo. A dare una mano è stato anche il meteo con temperature sopra le medie che hanno permesso alle quotazioni della materia prima di mantenersi a livelli inferiori.
Tradotto in numeri si parla di tariffe in calo del 6,7% dettato, come detto, dal calo della domanda di materia prima e da stoccaggi che sono rimasti oltre il 90% sempre grazie ad una domanda non eccessiva.
«Ottima notizia! Anche se purtroppo è destinata a durare poco. Una favola che sta per finire, visto che tra 7 giorni cesserà il mercato tutelato del gas, ossia quello che, come dimostrano i dati di oggi, sta dando sollievo alle famiglie già allo stremo per il carovita, anche grazie alla scelta di aggiornare i prezzi mensilmente, ex post e non ex ante, e di cambiare l’indice di riferimento, decisioni di Arera che hanno permesso ribassi ben più consistenti rispetto al mercato libero” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Se poi il Governo non rinnoverà lo sconto dell’Iva al 5%, scaduto il 31 dicembre, allora sarà la definitiva Caporetto per le famiglie» conclude Vignola.
Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, «se per una famiglia tipo in tutela il -6,7% significa spendere 98 euro in meno su base annua, 97,86 per la precisione, la spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° dicembre 2023 al 30 novembre 2024, nell’ipotesi di prezzi costanti), scende da 1467 a 1369 euro, che sommati ai 681 della luce, determinano una stangata complessiva pari a 2050 euro.
Se il prezzo del gas scende del 6,7% rispetto a quello di novembre 2023 e crolla del 35,2% rispetto al record storico del dicembre 2022, rispetto ai tempi pre-crisi, ovvero nel confronto con dicembre 2020, il rialzo è ancora astronomico: +45,8%. Rispetto alla spesa complessiva del 2020, pari a 975 euro, ora si pagheranno 394 euro in più, +40,4% per cento».