
I legali: “non è un’ammissione di colpa”
Si torna di nuovo a parlare del crollo del Ponte Morandi che il 14 agosto 2018 causò la morte di 43 persone. L’ex ad di Aspi Giovanni Castellucci e altri 9 imputati hanno risarcito 193 parti civili. È quanto emerso nel corso della prima udienza alla ripresa del processo. «In considerazione del reiterato rifiuto da parte di Autostrade per l’Italia di riconoscere il risarcimento per il danno subito – si legge in una nota dei legali – 193 parti civili hanno raggiunto un accordo per una transazione parziale con un piccolo gruppo di imputati e solo nei loro confronti è formulata revoca della costituzione». La transazione non è in alcun modo intesa come una, anche implicita, ammissione di colpa».
I legali hanno tenuto a sottolineare che la transazione “non è in alcun modo intesa come un’ammissione di colpa, anche implicita“. «La transazione permette alle persone fisiche e giuridiche interessate di ottenere una somma a titolo di parziale ristoro dei danni subiti e le lascia libere di agire o proseguire nella tutela di tutti i propri diritti – hanno spiegato i legali. – Il che vuol dire che potranno essere avanzate “richieste risarcitorie, di ogni tipo e in qualsiasi sede, verso ogni altra persona fisica o giuridica, a eccezione delle poche persone fisiche con le quali hanno concluso l’accordo. La transazione non è inoltre in alcun modo intesa dai partecipanti come un’ammissione di colpa, anche implicita, ma solo come atto di disponibilità nei confronti di un numero rilevante di individui, famiglie, piccole attività e associazioni sindacali».
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