
Il capo economista ha esortato i governi ad “aumentare i loro sforzi nel 2024-26 per assicurare che questi effetti positivi si materializzino”
Il capo economista della Bce, Philip Lane ha detto che le proiezioni Bce sull’impatto che i fondi NextGenerationEu avrebbero potuto avere sulla crescita dell’eurozona avevano indicato un possibile incremento del pil europeo di circa l’1,5% entro il 2026 e oltre. Alcune implementazioni dei programmi previsti dal Ngeu sono tuttavia indietro rispetto alle previsioni e i governi devono aumentare i loro sforzi nel 2024-26 per assicurare che questi effetti positivi si materializzino.
Lane ha citato fra i rischi per l’implementazione del Ngeu un assorbimento insufficiente o inefficiente dei fondi e un’eccessiva concentrazione delle spese verso la fine del programma.
Vi è il rischio, ha spiegato Lane, che i fondi sono siano interamente spesi entro la fine del programma nel 2026 per una serie di fattori, fra cui insufficiente capacità amministrativa, un tasso più alto di inflazione rispetto a quando è stato lanciato il progetto e strozzature nelle forniture.
I rischi in caso di implementazione non ottimale del Ngeu da una parte sono quelli di un impatto inferiore alle attese sulla crescita europea e dall’altra la percezione che il fallimento del programma possa avere effetti negativi per il futuro dell’integrazione europea.
Per evitare questi rischi, occorre dunque procedere con l’implementazione completa e ben sequenziata delle misure di investimento e delle riforme strutturali concordate nei piani di ripresa e resilienza rivisti. Necessario inoltre “mantenere e garantire un attento monitoraggio del Ngeu ai sensi del meccanismi di sorveglianza stabiliti”.
(foto ANSA)