
A spingere i listini del Vecchio continente, oltre alle trimestrali delle banche Usa, anche il calo dei prezzi alla produzione oltreoceano
Borse europee vanno in positivo sul finale di una settimana che non ha visto gli indici brillare, con la brutta sorpresa dei dati sull’inflazione americana (diffusi alla vigilia) salita oltre le attese. A Parigi l’indice Cac è salito dell’1,05% a 7.465,14 punti, a Francoforte l’indice Dax ha guadagnato lo 0,97% a 16.707,11 punti, a Londra l’indice Ftse è avanzato dello 0,64% a 7.625,31 punti, a Madrid l’indice Ibex ha segnato +0,88% a 10.093,44 punti. Milano ha registrato +0,73%.
Nel giorno di avvio della stagione delle trimestrali negli Usa (oggi i conti dei colossi bancari Wells Fargo, JPMorgan, Bank of America e Citigroup) a spingere i listini del Vecchio Continente è arrivato anche l’inatteso calo mensile dei prezzi alla produzione Oltreoceano. Si tratta di un segnale positivo sull’inflazione, che vede nelle valutazioni dei trader crescere ulteriormente le probabilità di un imminente taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed: secondo il Cme FedWatch Tool, le possibilità di un primo taglio dei tassi già a marzo sono aumentate al 77,7%, dal 63,9% di ieri.
In Europa, intanto, la riduzione del costo del denaro non è qualcosa di cui la Bce discuterà nel breve termine, come ha ribadito il capo economista dell’istituto Philip Lane, mentre la presidente Christine Lagarde, mantiene la linea che vede un allentamento monetario solo quando l’inflazione sarà tornata chiaramente all’obiettivo del 2%.
Nel Vecchio Continente registrano una buona performance tutti i comparti, ad eccezione delle auto (con l’Euro Stoxx 600 di settore a -0,9%) che trascina al ribasso sul listino milanese le quotazioni di Stellantis (-0,75%) e Pirelli (-0,41%).
Tra i titoli a maggiore capitalizzazione a Piazza Affari, brillano le utility dopo le aste per l’assegnazione dei 4,5 milioni di clienti che devono uscire dal regime di maggior tutela dell’energia elettrica: in prima fila Terna (+3,59%) e Hera (+2,49%).
Il rally del prezzo del petrolio continua a sostenere i guadagni dei titoli oil sulla scorta dell’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente con i bombardamenti Usa ai ribelli Houthi in Yemen: Saipem chiude a +2,77% e Eni a +1,55%, quando il Brent marzo viaggia a 78,53 dollari al barile (+1,45%) e il Wti febbraio a 73 dollari (+1,4). Anche il gas torna a salire sulla piattaforma Ttf di Amsterdam a circa 31,8 euro al megawattora (+3,19%). Sul valutario, l’euro vale 1,09719 dollari (1,0944 dollari al closing della vigilia) e 158,66 yen (159,90 ieri in chiusura).
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