
L’accordo andrà ora formalmente approvato dall’intera plenaria del Parlamento, presumibilmente durante la sessione di marzo che sarà anche l’ultima plenaria della legislazione
La commissione Itre – Industria, ricerca ed energia – del Parlamento Europeo ha votato a maggioranza poco fa a Strasburgo a favore dell’accordo raggiunto nel trilogo con il Consiglio alla direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici, la cosiddetta direttiva sulle “case green“. Lo si apprende da fonti parlamentari. Trentotto deputati hanno votato a favore, 20 contro e 6 si sono astenuti.
L’accordo andrà ora formalmente approvato dall’intera plenaria del Parlamento, presumibilmente durante la sessione di marzo che sarà anche l’ultima plenaria della legislazione
La direttiva rivista, proposta dalla Commissione due anni fa, il 15 dicembre 2021, stabilisce nuovi requisiti di prestazione energetica per gli edifici nuovi e ristrutturati nell’Ue e incoraggia gli Stati membri a rinnovare il proprio patrimonio edilizio; ma durante il negoziato l’ambizione degli obiettivi è stata ridimensionata, soprattutto da parte del Consiglio.
L’accordo prevede, innanzitutto, che gli standard minimi di prestazione energetica negli edifici non residenziali, siano entro il 2030 almeno nella classe di efficienza energetica superiore a quella più bassa, definita in ogni Stato membro in base al 16% del parco edilizio nazionale con le prestazioni peggiori.
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Entro il 2033, poi, la classe più bassa sarà definita dal 26% meno efficiente del parco edilizio nazionale, e tutti gli edifici dovranno di nuovo passare alla classe superiore. Per quanto riguarda la ristrutturazione degli edifici residenziali, gli Stati membri garantiranno che il parco edilizio riduca il “consumo medio” di energia del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
L’accordo prevede poi (articolo 9 bis) l’installazione di idonei impianti di energia solare nei nuovi edifici, negli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali che subiscono un’azione di ristrutturazione che richiede un’autorizzazione. Infine, l’accordo prevede di includere nei Piani nazionali di ristrutturazione edilizia una tabella di marcia con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili negli edifici entro il 2040.
La nuova direttiva fa parte del pacchetto “Fit for 55“, che definisce l’obiettivo di un parco edilizio a zero emissioni climalteranti entro il 2050. Gli edifici rappresentano il 40% dell’energia consumata e il 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra in campo energetico nell’Ue.
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Inoltre, la direttiva è molto importante per realizzare la “Renovation Wave Strategy”, pubblicata dalla Commissione europea nell’ottobre 2020, con specifiche misure normative, finanziarie e abilitanti, che ha l’obiettivo di almeno raddoppiare il tasso annuo di rinnovamento energetico degli edifici entro il 2030 e di favorire ristrutturazioni edilizie profonde.
(foto SHUTTERSTOCK)