
Secondo i calcoli sui dati Istat dell’UNC, per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2023 è pari a 1593 euro, 729 solo per cibo e bevande
Dopo la pubblicazione dei dati Istat sull’inflazione, il commento delle associazioni di consumatori è unanime: una maxi-stangata. Secondo il Codacons, a parità di consumi, un tasso di Inflazione del 5,7% si traduce in un aggravio di spesa da +1.796 euro a nucleo su base annua.
Considerata la totalità delle famiglie italiane, si stratta di una maxi-stangata da complessivi 46,3 miliardi di euro in un solo anno. Secondo l’Unione nazionale consumatori, +5,7% significa che nel 2023 una coppia con due figli ha speso 1.734 euro in più rispetto al 2022, di cui 180 per abitazione, elettricità e combustibili, 182 per traporti, 804 per mangiare e bere.
Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva avuta nel 2023 è pari a 1593 euro, 729 solo per cibo e bevande. In media per una famiglia il rincaro dello scorso anno e’ di 1251 euro, 578 per nutrirsi e dissetarsi. Il primato spetta ancora una volta alle famiglie numerose con piu’ di 3 figli con una mazzata rispetto al 2022 pari a 1968 euro, 954 per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche.
«Il Carrello Tricolore è andato fuori pista, ottenendo un risultato contrario a quello voluto. L’Istat, infatti, conferma oggi in via definitiva che a dicembre i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche ossia i beni interessati dal Trimestre anti Inflazione, invece di scendere di prezzo sono addirittura saliti, +0,3% rispetto a novembre 2023, dopo che erano già rincarati dello 0,4% su ottobre. Insomma, un fiasco colossale e imbarazzante» afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
«Il rallentamento dell’Inflazione nell’ultimo periodo dell’anno è da attribuire unicamente all’andamento al ribasso dei beni energetici, mentre per i beni primari come gli alimentari la crescita dei prezzi rimane sostenuta – afferma il presidente Codacons Carlo Rienzi – Le misure di contrasto adottate dal governo, dal paniere salva-spesa ai cartelloni sui prezzi medi della benzina, non hanno avuto gli effetti sperati, e speriamo che nel 2024 si introducano provvedimenti davvero efficaci per contrastare speculazioni e rincari e tutelare le tasche dei cittadini».
E il Codacons diffonde oggi la classifica ufficiale delle città italiane dove i rincari di prezzi e tariffe hanno pesato di più nel 2023: Milano si conferma nel 2023 la “regina dell’Inflazione“, ossia la città dove l’aumento di prezzi e tariffe, a parità di consumi, ha determinato il più forte impatto sulla spesa delle famiglie, pari in media a +1.657 euro su base annua a nucleo residente a fronte di un tasso di Inflazione medio del +6,1%, analizza il Codacons. Al secondo posto si piazza Varese con +1.581 euro annui, seguita da Bolzano con +1.542 euro.
Sul fronte opposto, la città dove il caro-prezzi ha pesato di meno è Potenza, con un aggravio medio di spesa nel 2023 pari a +731 euro a nucleo residente; in penultima posizione Catanzaro (+820 euro) seguita da Reggio Calabria (+840 euro).
Le città dove i prezzi sono saliti di più nel 2023 sono Genova e Brindisi, con un tasso medio del +6,9% (contro il +5,7% della media italiana), seguite da Grosseto (+6,8%), Alessandria e Benevento (entrambe al +6,6%). Fanalino di coda Potenza col +3,7% annuo.
Barilla abbassa i prezzi dal 7 al 15% fino a fine anno
(foto SHUTTERSTOCK)