
I coreani stringono un nuovo accordo pluriennale con Google, annunciano Galaxy Ai per competere con iPhone e sfidano Apple
Lo scenario è americano, Samsung sceglie la California, San Josè, proprio il cuore della Silicon Valley per presentare la famiglia Galaxy S24, il loro smartphone di punta, il più avanzato quello che da una decina di anni sfida in campo aperto iPhone. Siamo a pochi chilometri da Cupertino e non è un caso perché questa volta la partita non sembra più solo una sfida di specifiche tecniche, ottiche, memoria, batteria e sensori, non più chi fa la foto più bella.
Ora il colosso coreano rilancia e sfida Apple in un campo, dove ancora non hanno detto la loro, l’intelligenza artificiale. Poco dopo aver dovuto cedere il primato come maggior produttore mondiale di smartphone ad Apple, Samsung cerca di riconquistarlo presentando i tre modelli della linea Galaxy S24 con cui punta in modo massiccio sull’Intelligenza artificiale. L’obiettivo è di fornire funzionalità che vanno dalla traduzione simultanea di testi e chiamate alla massimizzazione della libertà creativa, fino alla definizione di un nuovo standard di ricerca e lo fa lanciando una nuova partnership pluriennale con Google. A partire dalla nuova serie Galaxy S24, i coreani utilizzeranno il modello di Ai Gen Gemini per alimentare la prossima generazione di funzionalità di intelligenza artificiale sui propri smartphone.
«La serie Galaxy S24 trasforma la connessione con il mondo che ci circonda e dà il via al prossimo decennio di innovazione mobile – ha detto TM Roh, Presidente e Head of Mobile eXperience di Samsung durante l’evento di lancio a San Josè, in California. – Galaxy Ai è il frutto del nostro patrimonio di innovazione e della nostra profonda conoscenza del modo in cui le persone utilizzano i propri smartphone. Siamo entusiasti di vedere come gli utenti di tutto il mondo potranno potenziare la loro vita quotidiana scoprendo infinite nuove possibilità».
Per i coreani è il nuovo, chiamiamolo telefono, è appunto un “all-in” che arriva in un momento complicato per il gigante asiatico: secondo le stime preliminari di Idc e Canalys l’anno scorso per la prima volta in assoluto, Apple li avrebbe battuti per numero di telefonini venduti. A San Jose sono arrivati con un prodotto che concettualmente punta tutto sul software e sulle esperienze di Ai generativa.
Il Samsung Galaxy S4 ascolta, registra, traduce, ti suggerisce come manipolare le immagini e ti aiuta nell’editig video. E lo fa sia utilizzando le Api di Google e quindi i servizi del gigante di Mountain View sia internamente, sul dispositivo promettendo così più privacy e più sicurezza. Siamo nell’era dell’Ai on device, sistemi di intelligenza artificiale generativa, ovvero immagini, testo e coding, più snelli a livello di parametri, pensati per essere eseguiti sui dispositivi portatili.
Non è uno smartphone sperimentale quello che stanno lanciando. Non ci sono hardware dedicati che svolgono compiti specifici. C’è l’intenzione di mettersi a disposizione di questa nuova tecnologia.
Samsung promette di cambiare anche le ricerche online basato sui gesti. Si tratta di un prodotto sviluppato con Google che permette di cerchiare, evidenziare o toccare qualsiasi cosa sullo schermo di Galaxy S24 e visualizzare risultati di ricerca. Sul fronte del comparto fotogrativo, ProVisual Engine è una suite di strumenti basati sull’Ai che trasformano la capacità di acquisizione di immagini, la preparazione di uno scatto e la condivisione sui social. Traduzioni di testi e chiamate in tempo reale, ricerche visuali con la funzione “Cerchia e cerca” di Google, cancellazione di elementi della foto, suggerimenti di editing video e numerose innovazioni incrementali nella fotografia computazionale. Molte di queste funzioni che trovate anche sui Google Pixel e su iPhone per la prima volta però sono integrate e ottimizzate nell’interfaccia dello smartphone.
Il guanto di sfida è stato decisamente lanciato ora si attende la risposta di Apple, chissà se inizierà a giocare questa partita dell’Ai anche il colosso americano di Cupertino.
FOTO: ANSA