
Il porto in acque profonde da 3,5 miliardi di dollari fornirà al Paese asiatico un accesso diretto alla regione ricca di risorse.
Il mega porto di Chancay mira a trasformare il Perù in un hub commerciale e portuale strategico tra il Sud America e l’Asia. A settembre, un gruppo di agricoltori e funzionari brasiliani è arrivato nella città di pescatori peruviana e ha avuto l’intuizione per un nuovo porto. Ora il mega porto cinese sta sorgendo sulla costa del Pacifico e promette di mettere il turbo ai legami commerciali del Sud America con il paese del Dragone.
Il porto, costruito in acque profonde da 3,5 miliardi di dollari, entrerà in funzione alla fine di quest’anno e fornirà alla Cina una porta d’accesso diretta alla regione ricca di risorse. Negli ultimi dieci anni, Pechino ha superato gli Stati Uniti come principale partner commerciale del Sud America, divorando la soia, il mais e il rame.
Il porto, di proprietà della società statale cinese Cosco Shipping, sarà il primo controllato dalla Cina in Sud America, viene stimato che sarà in grado di ospitare le navi da carico più grandi, che potranno dirigersi direttamente verso l’Asia, riducendo il tempo di viaggio di due settimane per alcuni esportatori. Pechino e Lima sperano che Chancay diventi un hub regionale, sia per le esportazioni di rame dalla nazione andina che per la soia dal Brasile occidentale, che attualmente viaggia attraverso il Canale di Panama o costeggia l’Atlantico prima di raggiungere la Cina.
La costruzione completa dell’opera è iniziata nel 2018, a circa 80 chilometri a nord di Lima: la prima fase di Chancay dovrebbe essere completata nel novembre 2024. Il Presidente cinese Xi Jinping, atteso in Perù per un vertice della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC) proprio quel mese, potrebbe inaugurare il porto, ha confermato una fonte diplomatica a Lima.
“Fa parte della nuova Via della Seta della Cina“, ha commentato Mario de las Casas, responsabile degli affari aziendali di Cosco Shipping, che detiene una partecipazione del 60% nel porto. Il resto è controllato dal minatore locale Volcan, di cui Glencore possiede una quota. Intanto il governo peruviano sta pianificando una zona economica esclusiva vicino al porto e Cosco vuole costruire un polo industriale vicino a Chancay per lavorare materie prime che potrebbero includere cereali e carne dal Brasile, prima di spedirli in Asia.
Si tratta di una trasformazione radicale che coinvolge tutto il mercato internazionale, soprattutto gli Stati Uniti, che hanno visto, sotto la presidenza Trump, la Cina superarli negli scambi commerciali in Sud e Centro America, nonostante la sua amministrazione avesse messo in guardia la regione dai pericoli di un avvicinamento eccessivo a Pechino. Sotto il Presidente Joe Biden, il divario è aumentato nonostante i tentativi di invertirlo. I funzionari statunitensi stanno ora adottando un approccio diverso, cercando di correre ai riapri, sostenendo che gli Usa offrono alla regione altre cose oltre al commercio, tra cui gli investimenti nelle industrie ad alta tecnologia.
“Credo che utilizzare la metrica del commercio per valutare l’influenza della Cina non sia un modo accurato“, ha dichiarato all’agenzia Reuters Juan Gonzalez, consigliere della Casa Bianca e direttore senior del Consiglio di Sicurezza Nazionale per l’Emisfero Occidentale, a Buenos Aires. “Siamo fiduciosi nella nostra capacità di competere con la Cina – ha aggiunto Gonzales, esortando i governi regionali a garantire che non ci siano vincoli politici nel commercio con Pechino“.
Intato il punto di leva è da rintracciare nell’ultimo decennio, quando il commercio del Perù con la Cina è più che raddoppiato, raggiungendo i 33 miliardi di dollari nel 2022, grazie all’aumento delle esportazioni di rame, anche se il commercio con gli Stati Uniti è rimasto piatto. Nello stesso periodo, la Cina ha investito circa 24 miliardi di dollari nelle miniere peruviane, nella rete elettrica, nei trasporti e nella generazione di energia idroelettrica. Le esportazioni verso la Cina sono cresciute del 9,3% nei primi undici mesi dello scorso anno, secondo i dati governativi, più velocemente della crescita del 5,3% delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Il Perù ha un surplus commerciale di 9,4 miliardi di dollari con la Cina e un deficit di 1,3 miliardi di dollari con gli Stati Uniti.
Il Presidente del Perù Dina Boluarte ha incontrato il Presidente cinese Xi a novembre, in occasione del forum della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC) a San Francisco e i due, anche in quell’occasione, hanno discusso del porto di Chancay, che secondo Boluarte rappresenta una “spinta significativa al libero commercio e ai nuovi investimenti cinesi“.
FOTO: SHUTTERSTOCK
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