
Gli operatori del settore primario sono scesi in piazza in diversi Paesi, tra cui la Germania, per protestare contro le scarse tutele europee. Un primo “contentino”?
In mezza Europa, tra cui in Germania, gli agricoltori scendono in piazza per rivedicare più tutele comunitarie, e, alla riunione dei ministri Ue dell’Agricoltura che si terrà martedì a Bruxelles si discuterà del modo in cui organizzare “il dialogo strategico sul futuro dell’Agricoltura nell’Unione europea” con l’obiettivo, indica la presidenza della Ue “di depolarizzare i dibattiti sul settore e sulla transizione verde”.
Germania bloccata dalla protesta degli agricoltori
Come riferisce Radiocor, a Bruxelles si cerca di correre ai ripari prima che la fiammata delle proteste si estenda. Sul tavolo ci sarà anche un altro tema: la carne coltivata, originata da cellule staminali allevate in laboratorio. Austria, Francia e Italia, sostenute da Cechia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia, hanno presentato un documento comune in cui lanciano un allarme su tali pratiche di produzione perché, questa la posizione comune dei 12 paesi, costituiscono una minaccia per la produzione di carne primaria e di alta qualità, comportano il rischio che in futuro tale produzione (nella Ue la carne “cellulare” non è commercializzata) possa essere monopolizzata da pochi produttori industriali.
Si tratta della prima azione in tal senso dopo l’approvazione in Italia della legge che proibisce di utilizzare, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare o distribuire per il consumo alimentare alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati. La legge è al vaglio della Commissione Ue.
Finora nella Ue non è stata presentata alcuna domanda per immettere nel mercato unico carne coltivata in laboratorio. Le regole dell’Unione prevedono che l’autorizzazione al commercio sia prima sottoposta alla valutazione scientifica dell’Autorità per la sicurezza alimentare. Solo dopo può essere avviato il processo di decisione. Si è ben lontani da tutto questo. La Commissione dovrà decidere se la legge italiana, su un prodotto alimentare che non si è ancora materializzato, può ostacolare la libera circolazione delle merci nel mercato unico.
Nella nota di informazione dei 12 stati viene indicata la necessità di un approccio trasparente, scientifico e globale per valutare lo sviluppo della produzione di carne artificiale basata su cellule che, a loro dire, non costituisce un’alternativa sostenibile alla produzione primaria basata sugli allevamenti. A livello Ue occorre avviare una discussione approfondita sia tra i governi sia con il settore e l’opinione pubblica. Di mezzo, viene sempre indicato nella nota informativa, ci sono questioni etiche (rispetto degli animali), economiche (sviluppo delle zone rurali, nuove dipendenze da monopoli industriali), di sostenibilità ambientale, sociale (costo dei prodotti genuini), di salute pubblica.
I 12 governi chiedono alla Commissione di condividere le informazioni scientifiche e indicano che se la carne coltivata in laboratorio non offrirà vantaggi per ambiente, salute, agricoltori saranno contrari al decollo di questo settore. Non solo: ritengono che i prodotti coltivati in laboratorio non potranno essere definiti carne secondo le norme attuali.
(foto SHUTTERSTOCK)