
La compagnia britannica è ottimista per la stagione estiva anche se pesa il conflitto in Medio Oriente
La compagnia aerea britannica easyJet ha ridotto la perdita ante imposte nel primo trimestre dell’anno finanziario 2023-2024 ed è ottimista per i mesi a venire, nonostante l‘impatto del conflitto Israele-Hamas sul traffico.
La low cost arancione, ha registrato una perdita al lordo delle imposte del primo trimestre dell’anno fiscale 2024, terminato il 31 dicembre dello scorso anno, pari a 126 milioni di sterline, in perdita di 133 milioni di sterline nel primo trimestre del FY23. La società sottolinea che il periodo delle festività ha registrato un numero di clienti in aumento del 48% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e un profitto di 30 milioni di sterline, un aumento del 131% su base annua. Si prevede che la perdita del primo semestre si ridurrà su base annua, nonostante un impatto diretto di circa 40 milioni di sterline e ulteriori impatti indiretti del conflitto in Medio Oriente. easyJet, inoltre ritiene che il costo per posto escluso il carburante rimarrà sostanzialmente invariato nella prima metà del 2024, con costi del carburante in aumento del 7% circa.
Nel primo trimestre il fatturato è aumentato del 22% a 1,8 miliardi di sterline, sostenuto sia dal maggior numero di viaggiatori, 23 milioni sui voli easyJet, che dall’aumento dei prezzi dei biglietti e dei servizi accessori. Anche il costo del cherosene è diminuito rispetto all’anno precedente, quando l’invasione russa dell’Ucraina aveva fatto lievitare i prezzi dell’energia. Il gruppo è, quindi, ottimista soprattutto per l’estate, viste le prenotazioni già registrate. E considerando le nuove rotte internazionali già lanciate per le mete estive, di cui ne ha dato notizia ieri.
Nel corso dell’intero esercizio 2022/2023, easyJet è tornata in utile dopo tre anni di perdite subite a seguito della pandemia, che ha colpito duramente il settore aereo. A fine novembre, la compagnia low cost aveva però avvertito di subire le conseguenze del conflitto tra Israele e Hamas, infatti, i voli verso Israele e Giordania sono stati sospesi, così come la domanda di voli verso l’Egitto ne ha risentito e, più in generale, la domanda di voli invernali ha subito un rallentamento, ci tiene a sottolineare la low cost britannica in una nota.
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