![GIAPPONE: NETTA RIDUZIONE ATTIVO COMMERCIALE NEL 2005AUMENTO DEL 20% DELLE IMPORTAZIONI. (FILES) File picture dated 18 May 2004 of container ships being loaded with export goods at Odaiba Port in Tokyo. The Ministry of Finance announced Thursday 20 April 2006 that Japan's exports and imports hit the highest levels on record in fiscal year 2005 but rising oil prices lowed the country's customs-cleared trade surplus for the first time in four years. In the year that ended March 31, exports rose 10.7 percent to 68,300.2 billion yen (470 billion euro), while imports expanded 19.9 percent to 60,401.0 billion yen (416 billion euro), pushing the trade surplus down 30.3 percent to 7,899.2 billion yen (54 billion euro). EVERETT KENNEDY BROWN ANSA-CD](https://business24tv.it/wp-content/uploads/2022/09/multimbroadcast_20220915082639593_TECNAVIA_PHOTO_GENERALE_740775.jpg)
Hanno superato i 626 miliardi di euro grazie a yen debole
La debolezza dello yen fa da traino alla crescita delle esportazioni giapponesi, in particolare verso gli Stati Uniti, diventati il mercato di riferimento per le merci Made in Japan, per la prima volta in quattro anni davanti alla Cina. In base ai dati del ministero delle finanze nipponico, nell’intero 2023 l’export è cresciuto del 2,8% a 100.890 miliardi di yen, pari a 626 miliardi di euro, rappresentando il maggior valore dall’inizio delle statistiche nel 1979, mentre le importazioni sono diminuite del 7% a 110.118 miliardi di yen, a causa del calo dei prezzi del petrolio e del gas, con conseguente deficit commerciale annuale di 9.290 miliardi di yen, 57,7 miliardi di euro.
Nello specifico le esportazioni verso la Cina sono scese del 6,5%, mentre negli Stati Uniti sono cresciute dell’11%, spinte dal comparto dell’auto, portando ad un incremento del 34,3% del surplus commerciale con Washington.
Secondo gli analisti, tuttavia, la persistente svalutazione dello yen al cambio col dollaro manterrà i costi dei beni importati ancora elevati, e il focus per il Giappone, privo di risorse energetiche, rimane sull’andamento delle valutazioni del petrolio e delle materie prime, in base all’evoluzione dei rischi geopolitici a livello globale, e la situazione in Medio Oriente.
FOTO: ANSA
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