
Cambia il rapporto italiani-lavoro: i giovani stanno sparendo
Il profilo dei lavoratori italiani è over 50. A novembre 2023 si contavano 23,7 milioni di occupati, il livello più alto mai registrato in Italia finora ma in dieci anni, tra il 2012 e il 2022, la fascia 15-34 anni si è ridotta di 360mila occupati, mentre i lavoratori con almeno 50 anni di età sono aumentati di 2,7 milioni. questo quanto emerge dal rapporto Il senso del lavoro nella comunità produttiva e urbana di Bologna, realizzato dal Censis con la collaborazione di Philip Morris e presentato oggi a Bologna.
Cambia l’età, ma cambia anche l’approccio al lavoro degli italiani, secondo cui bisogna lavorare per vivere e non viceversa: oltre tre su quattro, il 76,1% condividono secondo cui in Italia il lavoro c’è, ma è poco qualificato e sottopagato. Il 76,2% dei giovani è convinto che un impegno aggiuntivo di un’ora di lavoro deve avere un compenso tale da giustificare la rinuncia a un’ora di tempo libero e l’80% degli italiani occupati vede nel lavoro un fattore che, soprattutto in passato, ha portato a trascurare gli interessi personali, tanto da porre il proprio benessere in secondo piano.
Nell’ambito della ricerca è stata condotta un’indagine presso i dipendenti di Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna per analizzare quale sia il senso del lavoro all’interno delle dinamiche aziendali e ne emerge che il lavoro è visto come diritto, ma anche come contributo personale a qualcosa che supera i confini del posto di lavoro e trova un riscontro anche nella collettività, lo afferma un dipendente su quattro. Il lavoro come fattore di indipendenza si attesta al 43,2%, con particolare rilevanza per la componente femminile dell’occupazione al 57,6%.
FOTO: SHUTTERSTOCK