
“Se continuiamo a ricevere più dati come quelli che abbiamo, dovremmo essere sulla strada della normalizzazione”
Il presidente della Federal Reserve Bank di Chicago, Austan Goolsbee concorda con la tesi espressa dal numero uno della Fed, Jerome Powell secondo cui servono dati più favorevoli, numerosi e soprattutto costanti che indichino il cambio di rotta dell’inflazione prima che la banca centrale USA inizi la sua politica di taglio dei tassi. Ma a differenza di quanto fatto intendere da Powell, Goolsbee non esclude a priori la possibilità che questo possa accadere a marzo. In altre parole, quindi, improbabile ma non impossibile.
«Abbiamo avuto sette mesi di rapporti sull’inflazione davvero ottimi, proprio intorno o addirittura al di sotto dell’obiettivo della Fed, quindi, se continuiamo a ricevere più dati come quelli che abbiamo ottenuto, credo che dovremmo essere sulla strada della normalizzazione».
Secondo Powell, infatti, ci sarebbe il pericolo di agire troppo presto nel senso opposto «Vogliamo semplicemente essere più sicuri prima di prendere quella decisione molto importante di iniziare a tagliare i tassi di interesse». «Il pericolo di agire troppo presto è che il lavoro non è ancora finito e che i dati davvero positivi che abbiamo avuto negli ultimi sei mesi in qualche modo si rivelano non essere un vero indicatore della direzione dell’inflazione. Non pensiamo che sia così. Ma la cosa più prudente da fare è concedersi un po’ di tempo e vedere che i dati continuino a confermare che l’inflazione sta scendendo al 2% in modo sostenibile».
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