
Importante aiutare le persone a capire quando il contenuto è stato creato con l’IA
Nick Clegg, presidente Affari globali di Meta con un annuncio direttamente su social ha ufficializzato la strategia di Meta che punta a dividere contenuti generati da AI da contenuti, invece, frutto dell’ingegno e della fantasia umana.
«Stiamo lavorando con i partner del settore su standard tecnici comuni per identificare i contenuti di intelligenza artificiale, inclusi video e audio. Nei prossimi mesi etichetteremo le immagini che gli utenti pubblicheranno su Facebook, Instagram e Threads. Man mano che la differenza tra i contenuti umani e i contenuti creati dall’IA diventa sempre più sottile, le persone vogliono sapere qual è il confine – aggiunge – E’ importante aiutare le persone a capire quando il contenuto fotorealistico che stanno vedendo è stato creato con l’IA». E ancora «Abbiamo applicato etichette alle immagini fotorealistiche create con Meta AI fin dal primo momento, in modo che le persone sappiano che sono realizzate con l’IA».
L’Intelligenza Artificiale (AI) sta modificando ed influenzando molti settori anche apparentemente lontani da quello strettamente tecnologico. Infatti oltre alla sanità, potrà essere utile anche per prevedere le forniture future di elementi come i minerali critici riuscendone a prevedere anche i prezzi.
Questa una delel strategie messe a punto dal Pentagono, orientato verso questa direzione attraverso alcuni progetti della divisione ARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) insieme all’US Geological Survey. Recentemente, anche Elon Musk ha creato una nuova società basata sullo studio dell’intelligenza artificiale. La nuova società si chiamerà xAI e «lavorerà a stretto contatto con Twitter, Tesla e altre società. L’obiettivo di xAI è comprendere la vera natura dell’universo».
Sempre in estate, poi, la notizia secondo cui, stando ad un report di Bloomberg Intelligence, il mercato dell’intelligenza artificiale arriverà ad un valore di 1,3 trilioni entro il 2032 con un tasso di crescita che potrebbe toccare il 42% nei prossimi dieci anni. Un trend di cui potrebbero beneficiare, come è facile intuire, i grandi nomi del settore tech.
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