
La presidente uscente dell’esecutivo Ue conferma disponibilità per un secondo mandato dalla riunione Cdu di Berlino
Ursula von der Leyen ha annunciato questa mattina di volersi ricandidare alla guida della Commissione europea per altri cinque anni. L’annuncio, previsto da tempo, è stato dato dalla presidente uscente dell’esecutivo Ue a Berlino, nel corso della riunione della direzione della Cdu, il partito cristiano-democratico tedesco da cui proviene.
«Sono entrata in carica nel 2019 perché credo fermamente nell’Europa. L’Europa per me è casa e oggi, cinque anni dopo, prendo la decisione molto consapevole e ben ponderata di candidarmi per un secondo mandato, – ha detto von der Leyen parlando in conferenza stampa accanto al presidente della Cdu Friedrich Merz – In questi cinque anni non solo è cresciuta la mia passione per l’Europa, ma anche la mia esperienza su quanto questa Europa può realizzare per i suoi
cittadini», ha aggiunto il presidente della Commissione Ue.
La direzione della Cdu ha deciso subito dopo di sostenere all’unanimità la ricandidatura dell’ex ministra di Angela Merkel. Ora von der Leyen punta a diventare ufficialmente la candidata del Ppe alla rielezione alla guida della Commissione europea: l’approvazione formale, che appare al momento scontata, è in programma al congresso del Ppe in programma a Bucarest i prossimi 6-7 marzo.
A indicare il prossimo presidente della Commissione saranno il prossimo autunno i capi di Stato e di governo dei 27, sulla base dei risultati del voto del 6-9 giugno per il Parlamento europeo, chiamato a dare il suo gradimento alla nuova Commissione.
Riportiamo le reazioni alla candidatura di Ursula von der Leyen dei principali candidati dei Verdi europei Terry Reinke e Bas Eickhout
«Se anche il Partito popolare europeo nomina Ursula von der Leyen come candidata principale, ci auguriamo una campagna elettorale dura ma giusta. La domanda che si pone il PPE alle elezioni europee è essenziale: lavorerà in futuro con forze autoritarie e di estrema destra che vogliono smantellare la protezione del clima, la sicurezza sociale e la democrazia in Europa? Oppure lavoreranno con le forze democratiche e progressiste per dare forma a un futuro sicuro, sostenibile e democratico per i cittadini europei». Queste le parole di Terry Reintke, copresidente del gruppo Verdi al Parlamento europeo e principale candidato dei Verdi europei.
Anche Bas Eickhout, vicepresidente del gruppo Verdi al Parlamento europeo e principale candidato ha aggiunto: «Ora il PPE e von der Leyen devono dimostrare se si impegnano a favore del Green Deal o se continueranno a cercare di rallentarlo e invertirlo. Gli elettori hanno bisogno di chiarezza su questo. Tutti gli Stati membri hanno questioni chiave da affrontare nei prossimi anni: la modernizzazione climaticamente neutra e la competitività a lungo termine delle nostre economie, gli investimenti nelle nostre infrastrutture sociali e la lotta contro gli autocrati e l’estrema destra, sia in Europa che nel resto del mondo. Noi Verdi stiamo dimostrando chiaramente che vogliamo affrontare queste sfide e assumerci la responsabilità in Europa».
Ursula Gertrud von der Leyen, nata Albrecht, L’8 ottobre 1958. La sua carriera politica in Germania si dimena tra i vari dicasteri come ministro durante il cancellierato di Angela Merkel tra il 2005 e il 2019, l’unica ad aver prestato servizio ininterrottamente da quando la Merkel è diventata cancelliera, il 2 luglio 2019 è stata designata dal Consiglio europeo alla carica di presidente della Commissione europea. Il Parlamento europeo ha dato seguito a tale nomina il 16 luglio, eleggendola con 383 voti favorevoli, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla.
Von der Leyen è stata inclusa nelle 100 persone più influenti del Time del 2020 e di nuovo nel 2022, ed è stata nominata la donna più potente del mondo da Forbes sempre nel 2022.
Nasce nella regione di Bruxelles-Capitale in Belgio, dove trascorre gran parte della sua infanzia fino all’età di 13 anni e dove il padre Ernst Albrecht, ex ministro-presidente della Bassa Sassonia, ha lavorato come uno dei primi funzionari pubblici europei presso la Commissione. Frequenta la scuola europea di Bruxelles dal 1964 al 1971, imparando così la lingua francese. Durante questo soggiorno a Bruxelles perde la sorella minore Benita-Eva all’età di undici anni a causa di un tumore, episodio che citerà in un intervento in Commissione europea nel 2019 come una delle ragioni del porsi “in prima linea nella lotta al cancro“.
Successivamente studia presso il liceo scientifico di Lehrte e, ottenuto il diploma, studia archeologia dal 1976 al 1977. Nel 1977 cambia materia e fino al 1980 intraprende gli studi di economia a Gottinga e Münster, con un periodo, nel 1978, presso la London School of Economics and Political Science. Nel 1980 cambia ancora e inizia gli studi in medicina presso la Scuola Superiore di Medicina di Hannover, dove si laurea nel 1987. Nel 1986 sposa il medico Heiko von der Leyen, ha sette figli. Nel 1991 ottiene il dottorato di ricerca in medicina. Nel 1992 segue il marito in California, dove questi ha ottenuto un incarico accademico presso l’Università di Stanford, per poi rientrare in Germania quattro anni dopo.
Il 2 luglio 2019, von der Leyen è stata designata dal Consiglio europeo alla carica di presidente della Commissione europea. Il Parlamento europeo ha dato seguito a tale nomina il 16 luglio, eleggendola con 383 voti favorevoli (9 in più dei 374 necessari), 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla, dopo aver presentato le sue linee guida con un discorso che ha convinto diversi europarlamentari indecisi, tra cui quelli italiani del Movimento 5 Stelle e quelli polacchi del conservatore Diritto e Giustizia. Una vittoria comunque di misura, con appena nove voti di scarto rispetto a quelli necessari, e una sessantina di franchi tiratori. Il giorno successivo si è dimessa dall’incarico di ministro della difesa, lasciando il posto ad Annegret Kramp-Karrenbauer, per dedicarsi alla formazione della sua commissione.
Presentando le priorità della sua Commissione, von der Leyen si è sotto diversi punti di vista differenziata dal predecessore Jean-Claude Juncker spostando la centralità dell’interesse politico dalle questioni finanziarie e migratorie ai temi della transizione energetica, della tutela dell’ambiente, dell’innovazione tecnologica e della sovranità economica. In relazione ai primi due punti, von der Leyen si è impegnata a guidare la realizzazione di un ampio piano denominato Green New Deal, e in un documento presentato a dicembre 2019 ha indicato le sue priorità nell’obiettivo di “rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, stimolando l’economia, migliorando la salute e la qualità della vita delle persone, prendendosi cura della natura e migliorando l’ambiente“.
Sul fronte tecnologico, invece, la Commissione von der Leyen, principalmente per mezzo del lavoro del Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager e del collega deputato all’Industria Thierry Breton si è impegnata a aumentare il grado di autonomia dell’Europa nel mondo digitale e nel settore dell’intelligenza artificiale, promuovendo investimenti e occupazione e a creare uno spazio europeo per la gestione dei dati sottraendo quest’ultimi all’egemonia dei colossi tecnologici statunitensi.
FOTO: EPA