
I ricavi sono aumentati di 1,5 miliardi di dollari ma l’utile netto è crollato dell’86%
L’utile semestrale del colosso minerario BHP supera le aspettative sul fronte dei profitti semestrali, grazie soprattutto al rialzo dei prezzi del minerale di ferro e del rame. In particolare la società ha annunciato un utile sottostante attribuibile agli azionisti di 6,6 miliardi di dollari per il semestre terminato il 31 dicembre, migliore delle stime di LSEG di 6,42 miliardi di dollari. I ricavi sono aumentati di 1,5 miliardi di dollari “principalmente a causa dell’aumento dei prezzi del minerale di ferro e del rame”, si legge in una nota.
L’utile netto di BHP per il periodo in esame, tuttavia, è crollato dell?86% su base annua, in gran parte a causa del calo dei prezzi del nichel a seguito dell’eccesso di offerta sul mercato.
Dopo la diffusione del bilancio le azioni sono scese dell?1,35%.
BHP Group (precedentemente BHP Billiton) è la maggiore società mineraria al mondo, nata nel 2001 dalla fusione della società australiana Broken Hill Proprietary Company con la società inglese Billiton. Dalla fusione sono nate due società, l’Australian BHP Billiton Limited e la British BHP Billiton Plc, quotate in borsa separatamente e con una struttura azionaria separata, ma che operano sul mercato come un’unica società, la BHP Billiton, che ha un unico consiglio di amministrazione e un’unica struttura manageriale. La società australiana controlla il 60% del capitale ed ha la sede a Melbourne, che è anche la sede globale del gruppo, mentre la società inglese ha il 40% del capitale e ha sede a Londra. La società è presente con le sue operazioni minerarie e di trasformazione (principalmente riguardanti il ferro, i diamanti, il petrolio e la bauxite) in 25 paesi ed ha 36.000 dipendenti.
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