
Nell’area euro sono stati fatti molti progressi sul processo di disinflazione, ma l’ultimo miglio del ritorno ai livelli obiettivo si conferma difficile
«Il sogno dei banchieri centrali è vincere la battaglia contro l’inflazione senza causare una recessione e questo è un obiettivo a cui lavoriamo però dobbiamo stare attenti a non allentare le condizioni finanziarie troppo presto». Anche la componente del comitato esecutivo della Bce, Isabel Schnabel, invita alla prudenza ed in una lezione all’Università Bocconi rimarca che bisogna essere cauti ed agire solo sulla base dei dati macro-economici in arrivo di volta in volta senza fare troppi pronostici in avanti.
Nell’area euro sono stati fatti molti progressi sul processo di disinflazione, ha poi rilevato, ma l’ultimo miglio del ritorno ai livelli obiettivo si conferma “difficile” e la forte crescita dei salari in un quadro di produttività in calo “crea pressione rialzo sui costi del lavoro unitari”.
Parlando poi dell’Italia ha sottolineato come lo spread sia sceso su livelli molto bassi nonostante il processo di drastico aumento dei tassi di interesse portato avanti dalla Bce. «L’Italia – ha sottolineato Schnabel – ha avuto una performance economica dopo la pandemia relativamente migliore rispetto al resto degli altri paesi dell’area ma deve fare i conti con una perdita di produttivita’ a partire dagli anni Novanta, in parte a causa dell’alta incidenza delle piccole e medie aziende. A favore delle prospettive economiche dell’Italia vi è un forte livello di investimenti pubblici e privati, in parte grazie anche al Next Generation Eu e al superbonus sulla casa».
Poco prima di lei anche Robert Holzmann ha invitato alla prudenza, ritenendo improbabile che la BCE tagli i tassi prima della Fed.
Dello stesso avviso pure il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel. «Anche se può essere molto allettante è troppo presto per tagliare i tassi d’interesse. Questo perchè le prospettive dei prezzi non sono ancora abbastanza chiare – ha detto. – Se si taglia troppo presto si corre il rischio di non raggiungere l’obiettivo del 2% della Bce e, peggio ancora, si potrebbe arrivare alla necessità di aumentare nuovamente i tassi di interesse, il che sarebbe costoso per l’economia. Possiamo evitarlo dando alla nostra politica monetaria restrittiva tempo sufficiente affinché i suoi effetti sull’inflazione si manifestino appieno. Solo nel corso della primavera avremo un quadro piu’ preciso dell’evoluzione della pressione interna sui prezzi. La Bce deve innanzitutto vedere con maggiore chiarezza di essere sulla strada per raggiungere il suo obiettivo, in modo affidabile e tempestivo. Solo allora potremo considerare un taglio dei tassi».
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