La fiducia dei consumatori in Italia a febbraio sale da 96,4 punti ai 97 attuali. Per le imprese diminuisce a 95,8 punti
Sale la fiducia dei consumatori a febbraio, mentre cala quella delle imprese. La prima cresce leggermente da 96,4 punti ai 97 attuali, secondo i dati Istat. La salita è dovuta al miglioramento dei giudizi sulla situazione finanziaria della famiglia, evoluzione coerente con l’andamento positivo delle opinioni sul risparmio e sulla convenienza all’acquisto di beni durevoli nella fase attuale.
Più in dettaglio il clima personale aumenta da 93,9 a 95,2 e il clima corrente cresce da 95,8 a 97,0; il clima futuro rimane sostanzialmente invariato (da 97,2 a 97,1) mentre il clima economico diminuisce da 103,1 a 102,0.
«Bene, prosegue, del tutto inaspettato, l’andamento positivo della fiducia. Nonostante i rincari delle bollette del gas, dovuti al ripristino dell’Iva deciso dal Governo, la fiducia nel suo complesso per il momento non scende, anche se i suoi effetti negativi si vedono, come avevamo previsto, nei dati del giudizio e delle attese sulla situazione economica della famiglia che, a differenza del giudizio sul bilancio familiare, calano, rispettivamente, da -31,9 a -32,2 e da -13,2 a -16,6. La fiducia, comunque, è distante, 0,5 punti percentuali in meno, dal picco dello scorso anno, quando a giugno si era arrivati a 97,5», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Sempre secondo l’Istat a febbraio il clima di fiducia delle imprese diminuisce a 95,8 punti, rimanendo comunque sul livello medio degli ultimi sei mesi. La flessione è dovuta ad un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati seppur con intensità diverse: nelle costruzioni e, soprattutto, nel commercio al dettaglio si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 107,0 a 104,4 e da 106,3 a 100,6) mentre nella manifattura e nei servizi si stima una diminuzione più contenuta (l’indice scende, nell’ordine, da 88,1 a 87,3 e da 102,5 a 100,2).
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